Quando Pavia cantava l’estate: il Festivalbar ’87 in Piazza della Vittoria
Un tuffo negli anni Ottanta, tra paillettes, grandi artisti e la magia di una città che per una notte diventò palcoscenico della musica italiana
Foto di Dario Gandolfi
PAVIA – Era l’estate del 1987. Le radio passavano "Si può dare di più", gli italiani si dividevano tra le hit di Tozzi e Raf, e in tutta la penisola risuonava il ritmo inconfondibile del Festivalbar, la kermesse musicale che faceva ballare piazze e salotti.
Anche Pavia ebbe il suo momento di gloria. In una Piazza della Vittoria gremita, viva e pulsante, il Festivalbar fece tappa nella nostra città, regalando uno degli eventi più memorabili di quell'anno. A testimoniarlo è questa immagine in bianco e nero, sgranata ma potentissima, che cattura tutta l'energia dell’epoca: sul palco una giovane cantante, microfono in mano, paillettes e minigonna scintillante, con dietro il mitico logo tridimensionale del Festivalbar ’87.
Non era solo uno show. Era un rito collettivo, un appuntamento fisso per milioni di italiani. E Pavia, per una sera, fu sotto i riflettori dell’intero Paese. Le luci, le telecamere, le casse che facevano vibrare le finestre del centro storico: ogni elemento contribuiva a trasformare la città in una piccola capitale della musica pop.
Festivalbar non era solo un concerto. Era un viaggio itinerante che attraversava l’Italia, portando sul palco le canzoni più amate dell’estate. Ogni tappa era una festa, una finestra sull’Italia che cambiava, che ballava, che sognava. E l’edizione dell’87, tra lustrini e tastiere Yamaha DX7, è oggi un frammento prezioso della nostra memoria collettiva.
Quanti pavesei erano lì quella sera? Quanti ricordano il suono delle prove nel pomeriggio, la corsa a prendere posto sotto al palco, i cori urlati a squarciagola? Il Festivalbar a Pavia non è stato solo uno spettacolo: è stato un momento che ha segnato un’intera generazione.
Oggi, a distanza di quasi 40 anni, questa fotografia riemerge come una cartolina emozionante dal passato, ricordandoci quando la musica era evento, quando la città diventava palcoscenico, e quando l’estate non cominciava davvero finché non arrivava il Festivalbar.
M.D.