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Intervista a Marco Alexander Gardella: musica, emozioni e autenticità

Il cantautore pavese racconta il suo percorso artistico tra ispirazioni, riflessioni sulla musica di oggi e nuove sfide creative

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Musica, emozioni e autenticità: intervista al cantautore pavese Marco Alessandro Gardella

Benvenuti nel portale “Spediamo a Pavia”. La nostra intervista di oggi è dedicata alla scoperta di un nuovo progetto musicale firmato da un artista pavese, Marco Alessandro Gardella. Con grande disponibilità, Marco ci ha accolto per raccontarci il suo percorso musicale, le sue idee sull’industria discografica contemporanea e i suoi prossimi obiettivi.

D: Marco, cosa desideri comunicare con la tua musica?
R: Con la mia musica cerco di trasmettere le mie sensazioni, le mie emozioni più autentiche. Tratto temi come l'amore vero, ma non mancano argomenti più delicati, come il passare del tempo, la guerra o il disagio attuale. Lo faccio senza mai affrontarli in modo diretto, ma lasciando spazio alla riflessione attraverso testi curati, spesso scritti insieme ad autori pavesi di talento. Non nascondo un filo nostalgico: mi ispiro alla grande tradizione dei cantautori italiani, quelli che hanno lasciato un segno profondo, ben più noti di me.

D: Quanto è importante fare musica oggi, in un’epoca dominata dalla sperimentazione e dai social media?
R: Fare musica oggi è importante, come lo è scrivere un libro: è un modo per divulgare un’arte magnifica, semplice nella forma ma complessa nei contenuti. La sperimentazione, e in particolare l’intelligenza artificiale, può essere una risorsa, ma va usata con consapevolezza. Oggi molti giovani artisti ne fanno un uso spropositato: basta un clic e una minima dimestichezza informatica per creare una canzone. I social, da parte loro, sono un mezzo potente per arrivare a più persone, e se hai i giusti contatti, anche per ottenere visibilità molto rapidamente.

D: Secondo te, quanto contano oggi le visualizzazioni per un musicista?
R: Le visualizzazioni sono diventate un indicatore importante: ti danno un riscontro immediato sul tuo lavoro. Che questo sia giusto o meno, è difficile dirlo. Il problema è sempre lo stesso: se hai alle spalle una casa discografica importante, vieni supportato da radio, TV, stampa, social… Se invece sei un cantautore indipendente, anche con talento e buone idee, senza l’appoggio giusto rischi di rimanere nell’ombra. A meno di un "colpo di fortuna" (e uso un termine educato…), ciò che ti resta è la soddisfazione personale di aver fatto un lavoro onesto e curato, ma che spesso non va oltre.

D: Quanto è importante oggi vendere un CD fisico?
R: Oggi il CD è diventato quasi un oggetto iconico. Senza una rete di distribuzione ben organizzata, è difficile arrivare lontano. Per noi cantautori che siamo al di fuori del grande show business, vendere un CD è complicato. Io ci ho provato e, tutto sommato, posso dire di aver ricevuto buone soddisfazioni e critiche positive.

D: Di cosa parlano le tue canzoni?
R: I miei brani raccontano l’amore, la quotidianità, ma anche emozioni più complesse come la solitudine o il senso del tempo che passa. C’è sempre una componente riflessiva, mai esplicita, e spesso una vena nostalgica che rimanda alla canzone d’autore italiana. Cerco di restare fedele a uno stile che racconti la vita, senza artifici.
Marco Alessandro Gardella è uno di quegli artisti che credono ancora nella forza della parola, della melodia, della sincerità. Un cantautore pavese che porta avanti con coerenza il suo percorso musicale, tra passione, autenticità e un pizzico di sana malinconia.

M.M.