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Chiesa di Santa Maria di Canepanova

Chiesa di Santa Maria di Canepanova - Spendiamo a Pavia

Cosa Vedere a Pavia: La Chiesa di Santa Maria di Canepanova

Questa chiesa, detta di Canepanova perché nell'altare maggiore vi si conserva l’immagine di Maria che in antico era dipinta sulla vicina casa della famiglia di Canepanova, fu eretta l’anno 1492 con offerte raccolte dai fedeli e col sussidio del duca Giovanni Galeazzo Sforza. Indipendentemente da una epigrafe, riprodotta da Malaspina, che attribuisce la chiesa a Bramante, e del disegno originale del Bramante conservato a S. Barnaba a Milano, Il Meyer rivendicò al grande architetto il disegno di questa chiesa, che è una derivazione della sacrestia di S. Satiro: un ottagono che si muta internamente e inferiormente in quadrato. Idea bramantesca è anche quella delle colonne che sorgono sul vuoto lasciato dagli archi del piano inferiore. E’ un vero capolavoro di Bramante, dice il Meyer, che non figura per deplorevole stato in cui è lasciato all’esterno e per la mancanza di una regolare facciata. Delizioso l’attiguo chiostro, più antico della chiesa, con mezze figure d’angeli preganti nei peducci delle arcate. Sotto il portico tracce di affreschi quattrocenteschi.

Santa_Maria_di_Canepanova_Pavia_16.jpgL’interno è un piccolo museo d’arte settecentesca. Il bel lavoro di marmo scolpito, che chiuse l’antica immagine della Vergine , è del genovese Tomaso Orsolino. Le sibille dipinte negli angoli della cupola sovrastante l'altare maggiore sono di Guglielmo Caccia, detto il Moncalvo. La maggior parte degli altri ornati a fresco appartiene a G B Longone da Monza. Il gran quadro centrale alla destra di chi entra, la nascita di Cristo, è opera del Moncalvo. Singolarmente notabili gli otto quadri , ornanti a due a due i quattro angoli della sezione inferiore del tempio. I due primi quadri alla destra di chi entra, Giaele che uccide Sisara e Abigaille che porge i suoi doni a David, furono dipinti dal Moncalvo, a cui appartengono anche i graziosi putti a fresco che ornano la parte superiore di questi e degli altri sei quadri. I due quadri che seguono, Giuditta che uccide Oloferne, Ester che cade svenuta davanti al trono di re Assuero, sono di Alessandro Tiarini, uno dei maggiori bolognesi del seicento. Seguono i due quadri di G Cesare Procaccini, Debora la profetessa e Rachele; gli ultimi due di Camillo Procaccini, Rachele alla fonte e gli ebrei che si avviano alla terra promessa. Sull’altare a destra del maggiore, un San Francesco tra i santi Luigi IX ed Elisabetta regina, del Volonterio.

Fonte: Pavia e i suoi monumenti

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