Basilica del Santissimo Salvatore
Basilica del Santissimo Salvatore a Pavia: Un Viaggio nel Tempo
La eresse Ariberto, re dei longobardi, verso la metà del secolo VII; circa il 962 Adelaide, la moglie di Ottone I di Germania, ampliò la chiesa e vi aggiunse un magnifico monastero per benedettini, che fu governato dall’abate cluniacense Majolo.
Nel 1448 il monastero fu aggregato alla congregazione dei padri di Santa Giustina da Padova : si pensò allora a rifabbricare , e in quell’anno si commise a Marco da Binasco l’allestimento degli stalli del coro. Nel 1467 la ricostruzione doveva essere terminata : questa data si legge sull’architrave della porta di pietra che metteva alla sala del Capitolo.; porta che ora si conserva nel cortile del museo civico. Il chiostro cistercense è oggi la caserma del genio militare.
Superbamente decorato è il tempio con dorature, grottesche, fregi, tondi con immagini di angeli, santi, profeti, dottori. Sappiamo che gli affreschi delle volte e delle principali cappelle erano terminati verso il 1507.
L’altar maggiore di pietra scolpita e dorata è opera firmata e datata di Antonio da Novaria (1504). Ultimamente è tornata agli usi del culto l’elegante sagrestia.
Gli affreschi più interessanti sono quelli della prima cappella a sinistra (storie di san Majolo abate), quelli della quarta cappella (storie di sant’Antonio), e finalmente quelli della cappella di sfondo della navata di sinistra (storie di San Benedetto), meno felici questi ultimi dei precedenti. La decorazione di questa chiesa pare al Malaguzzi affine a quella di S. Maria delle Grazie a Milano dovuta ai maestri di Treviglio Butinone e Zenale.
Gli affreschi della cappella di san Majolo (costruita dopo il 1507), che sono i migliori, furono del Magenta attribuiti a Bernardino Lanzani da S. Colombano, ebbe parte alla decorazione del Salvatore.
Il quadro sulla porta principale, rappresentante la regina Adelaide che accoglie i figli d’un principe, è di Tomaso Gatti (1693); il san Mauro abate della quinta cappella a destra è di B Ciceri; e i due quadri laterali , che rappresentano due miracoli del santo, sono di Filippo Abbiati pittor milanese, oriundo di Voghera (m 1715); regina Adelaide e Totila inginocchiato ai piedi di san Benedetto, di C Sacchi; il santo che illumina un cieco, del primo altare a sinistra , G B Tassinari (1610).
Sulla parete di sinistra è da osservare una grande pergamena commemorativa della riapertura della chiesa al culto, opera del compianto Silvestro Provini, uno dei migliori miniatori contemporanei.
Fonte: Pavia e i suoi monumenti