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VIA FORO MAGNO E LA CITTA’ DIVISA IN DUE

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Proprio dietro piazza del municipio, sede del palazzo comunale, si nasconde una stradina dal nome oggi altisonante : via Foro Magno. Mai toponomasticamente trasse più inganno. E non parliamo solo di semplici cittadini, o visitatori e turisti, ma in alcuni casi anche di storici.

Secondo qualche interpretazione infatti, proprio in questo tratto avrebbe trovato posto il foro dell’antica Ticinum. Come si è visto , invece, i pochi scavi effettuati hanno dimostrato con quasi assoluta certezza che il “cuore” della città romana si trovasse in realtà qualche centinaio di metri spostata più in là, vale a dire nell’attuale Piazza Vittoria.

Perché allora quel nome?

A dispetto delle apparenza , l’indicazione deriva da “Farammannia”. Tratto dalla tradizione orale tipicamente longobarda. I Longobardi scelgono di sistemarsi nella  zona nord-orientale della città. Quella, cioè. Che dall’attuale via Negri prosegue verso piazza Leonardo Da Vinci.

Cuore della porzione di territorio scelta dai nuovi dominatori, è il quadrilatero dove si trova adesso piazza del Collegio Ghislieri, attraversato da via Defendente Sacchi e Corso Cairoli e corso Carlo Alberto.

Non a caso in piazza Leonardo Da Vinci è possibile vedere quello che rimane della chiesa di Sant’Eusebio, cioè la cripta, realizzata fra il V e il VI secolo.

Seduti sulle panchine vicino all’università, il salto indietro nella storia emoziona, osservando spuntare dal terreno quel che  resta della cattedrale ariana voluta, si dice, dal re più illustre che questo popolo abbia mai avuto: Rotari.

Ci si trova nella parte più lontana dal Ticino, la cui area rimane invece abbinata dagli antichi discendenti di Roma. E’ appurato che i due popoli , decidano di vivere”separati” in casa. Naturalmente le tracce della civiltà che sceglie Ticinum come propria capitale non si limitano alla zona più settentrionale. Si percorre in senso longitudinale la città,uscendo allora dal “quartiere latino”. Si ritorna in via Boezio.

Proprio qui c’è ancora la chiesa dei santi Gervasio e Protasio, ritenute da Peter Hudson i fulcri “della religione cattolica romana”, nella zona nord-occidentale di Ticinum.

Saranno molte le chiese che verranno costruite poi dai successori di Alboino, a partire da Agilulfo (la moglie Teodolinda, peraltro, diventerà cattolica.) Pur rimanendo ariano, il re longobardo farà erigere le chiese di San Giovanni Battista, di San Pietro in Vincoli (oggi nella zona di via Volturno),di San Romano, (nell’attuale corso Mazzini) e di Sant’Ambrogio (nei pressi della più nota Basilica di San Michele).

Il popolo longobardo non sarà mai nazione, o Stato. Mancherà sempre una unità politica , di intenti e soprattutto la fedeltà incondizionata alla corona. 

Dopo la morte di Agilulfo,la pace sociale sarà per sempre un’incognita per le frequenti rivolte o congiure dei vari duchi. Ma un sovrano riuscirà a lasciare il segno dei libri di storia, e in particolare in quella di Ticinum: Rotari.