UN TORNADO SI ABBATTE SUL TICINO
Ma ora si ritorna indietro alla Pavia spagnola che ormai volge al termine. Il periodo di dominazione borbonica si chiude fra luci e ombre. Michel de Montaigne , che la visita il 25 ottobre del 1521 , annota sul suo diario di non essere rimasto entusiasta dalla città, giudicando pessima soprattutto la locanda dove si ferma “Il Falcone”, che fino al 1917 era ancora aperta nell’attuale via Sant’Agostino.
Nel 1528, un tornado che si abbatte sul Ticino distrugge il tetto del ponte e provoca tre vittime.
Due anni dopo, invece, crolla la torre di Boezio, nell’attuale Piazza Petrarca.
Gli storici non dicono perché si chiamasse così, visto che quella in cui fu imprigionato il filosofo si trova, in Borgo Calvenzano. Comunque, Pavia non è più la città di qualche decennio prima.
Bisogna però ora rivolgere di nuovo lo sguardo alla situazione europea, per capire cosa succederà da lì a poco in città. L’egemonia borbonica è alla fine. I franco-piemontesi scatenano una nuova offensiva e cingono d’assedio la città: le truppe spagnole fanno fagotto il 14 settembre 1655.
Facendo però di nuovo un balzo in avanti di circa 150 anni, tralasciando il via-vai di truppe straniere che vanno e vengono, nuovi assedi e guerricciole. Il 28 settembre del 1702 le ultime truppe francesi che avevano ripreso il controllo di Pavia dopo l’uscita di scena (parziale) degli spagnoli si accingono a loro volta ad andarsene dopo che un drappello di cavalleggeri austriaci si fa vedere nei pressi dei bastioni di Porta Giustina (oggi Porta Garibaldi). Un colpo di cannone raggiunge piazza Grande. Un gruppo di donne vocianti irrompe nella sede del municipio chiedendo a gran voce la pace. Solo per miracolo la palla fumante non fa vittime. La milizia urbana è praticamente dissolta, non c’è più lo spirito che qualche anno prima aveva spinto i pavesi a resistere ai ripetuti assedi.
Il 4 ottobre gli abitanti, e quel che resta delle truppe spagnole e francesi, si arrendono. Strada Nuova si veste a festa (per quanto può), le campane suonano a martello. Si voltano le spalle ai vecchi padroni, per accogliere i nuovi, anche se nel 1745 ci sarà una nuova parentesi franco-spagnola. A lasciare il segno su una città esausta e ormai imbelle sarà, qualche anno più tardi, una donna: Maria Teresa d’Austria. E’ il 1740.