PRIMA DI ROMA: DALLA LEGGENDA ALLA STORIA
Bisogna fare ancora un piccolo salto indietro nel tempo , prima ancora della Ticinum romana. Si parte non già dalla storia ma dalla leggenda . Opicino de Canistris racconta che il luogo in cui sorge Pavia non viene indicato dall’uomo ma dalla volontà divina.
Precisamente a Santa Sofia dove, effettivamente , sono state scoperte tracce di insediamenti preistorici. Ma poi, scrive ancora Opicino, una colomba volò nel punto in cui il destino effettivamente volle che la città edificasse: cioè dove oggi c’è la chiesa di San Tommaso. Sin qui la leggenda.
Ma a costruire , attorno al 400 a.C. le prime capanne che poi si trasformarono in villaggi, sono due tribù : I Marici e i Levi. Invasori celti i primi, di origini ligure i secondi.
Per capire meglio chi sono, si va a fare una passeggiata in quello che oggi è considerato il polmone verde della città: Il Parco della Vernavola. Ci si trova, qui, molto più a Nord rispetto al Ticino , fuori di qualche centinaio di anni più tardi, sarà il fulcro del MUNICIPIUM.
Ancora oggi questa parte della città si perde nel verde della periferia. Nel parco scorre una roggia, la Vernavola appunto, da cui il suo nome. Il piccolo corso d’acqua , è lungo circa 15 chilometri , da San Genesio arriva a Pavia, e costeggia la zona est, confluisce poi nel Ticino.
Poco più avanti, invece, c’è un altro fiumiciattolo ben conosciuto dai pavesi anche perché oggi costeggiato da piste ciclabili dove poter fare footing e passeggiate: Il Navigliaccio.
Il canale viene fatto costruire nel 1359 da Galeazzo Visconti tra Pavia e Milano con la funzione di canale irrigatore destinato a portare l’acqua al parco delle Vernavola.
Ed è proprio fra questi due corsi d’acqua che viene ricordata la presenza degli originari abitanti di Pavia.
Anche gli storici Plinio e Polibio ne parlano nelle loro opere. Molto probabilmente Marici e Levi si mischiano, ma entrambi mantengono un rapporto di sudditanza nei confronti dei potenti insubri, numerosi e agguerriti, che invece si sono stanziati una quarantina di chilometri più a nord, a Mediolanum, oggi Milano.
A capo dei guerrieri venuti dal freddo, c’è un condottiero che passerà alla storia. E’ Brenno , l’insolente principe che gettando la spada sulla bilancia su cui si stava pesando l’oro per il riscatto di Roma, secondo la leggenda pronuncia la frase “Vae Victis”, guai ai vinti. E’ il 27 luglio del 390 a.C.
Più di un secolo dopo, Roma decide di chiudere la partita con i nemici che sono arrivati ad un passo dal cancellarli dalla storia. E lo fanno a loro modo, colpendo gli avversari al cuore. Cioè a casa loro . Levi e Marici , sono a fianco degli Insubri, se non altro per convenienza. La battaglia decisiva si svolse a Clastidium (oggi Casteggio , 25 chilometri a sud di Pavia ) nel 223.
Gli Insubri e i loro alleati sono cancellati I legionari conquistano il primo castrum romano in terra pavese.