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Perché in Italia rispondiamo al telefono con “Pronto”

Dai vecchi centralini alla diffusione tra funzionari pubblici: le origini storiche e le ipotesi dietro l'abitudine tutta italiana di rispondere al telefono.

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In Spagna, per rispondere al telefono, solitamente si utilizza il saluto “Hola”, analogamente a quanto avviene nel Regno Unito con “Hello” e in Germania con “Hallo”, “Ja” o “Guten Abend” (buonasera), a volte accompagnato dal proprio cognome se il numero chiamante non è conosciuto. In Italia, invece, la risposta automatica quando il telefono squilla è quasi sempre “Pronto”, spesso pronunciato con tono interrogativo. Sebbene non sia chiara l’origine precisa di questa abitudine, nel tempo sono state formulate diverse ipotesi, tra cui quella più diffusa, che la lega al funzionamento dei vecchi centralini.

Oggi, i telefoni fissi con filo e cornetta sembrano strumenti d’altri tempi, ma fino agli anni Settanta, prima dell’introduzione dei prefissi telefonici, era necessario passare attraverso un centralino per effettuare chiamate interurbane o internazionali. Per parlare con una persona in un’altra città, bisognava chiamare un numero al quale rispondeva un addetto (spesso una donna), che prendeva nota del numero da chiamare e si collegava a sua volta a un altro centralino. Solo dopo questo passaggio, chi telefonava poteva parlare liberamente con l’interlocutore.

Questo sistema era simile anche agli albori della storia del telefono, un’invenzione contesa, perfezionata dal tedesco Philipp Reis, dall’italiano Antonio Meucci e dallo scozzese Alexander Graham Bell, che fu il primo a brevettarla nel 1876. In origine, le linee telefoniche collegavano solo due apparecchi, e per parlare con qualcun altro era necessario l’intervento di un centralinista, che smistava manualmente le chiamate collegando cavi a uscite specifiche su appositi pannelli, simili a quelli che si possono vedere in documentari, film o serie TV come “Mad Men”, ambientata a New York negli anni Sessanta.

Secondo l’ipotesi più accreditata, in Italia l’operatore del centralino, dopo aver collegato i cavi correttamente, diceva “Pronto” per indicare che il collegamento era stato effettuato e che la linea era pronta per permettere la conversazione tra le due persone. Questa ricostruzione è citata anche dall’Accademia della Crusca, che spiega come l’evoluzione etimologica di “Pronto” in una formula di saluto telefonico «deriva dall’avviso che il collegamento era pronto».

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È probabile che anche chi riceveva la telefonata abbia iniziato a dire “Pronto”, sia per verificare l’avvenuto collegamento, sia per confermarlo, avviando così la conversazione. In questo contesto, la parola usata per accertarsi che c’era linea è entrata nell’uso comune come risposta abituale, con alcune variazioni, come “Pronti” o “Sì, pronto”. Un’altra ipotesi sostiene che questa abitudine derivi dal fatto che i primi a utilizzare il telefono in Italia furono funzionari pubblici, vigili del fuoco e forze dell’ordine, persone che per necessità dovevano comunicare rapidamente e farsi trovare pronte a ricevere ordini e ad eseguirli. Da qui, l’uso di “pronto”.

L’Italia non è comunque l’unico paese in cui si utilizza questa espressione: in Brasile, la formula più diffusa per rispondere al telefono è “Alô”, ma in alcune zone del sud si può sentire lo stesso “Pronto”, probabilmente a causa dell’immigrazione italiana tra la fine dell’Ottocento e la metà del Novecento. In Messico, solitamente si usa “Bueno” per ragioni simili a quelle che hanno diffuso il “Pronto” in Italia, ossia per indicare che il collegamento telefonico è funzionante.