L'Angelo della peste di Via Gatti
Il 680 viene ricordato nella storia come l’anno della terribile pestilenza. Ticinum, già provata da decenni di incursioni barbare, assedi, distruzioni di edifici romani, si trasforma all'improvviso in una città fantasma.
Il regno Longobardo volge al termine, per quanto ci sarà ancora un grande sovrano capace di ritardare (ma non bloccare) il tramonto di questa civiltà: Liutprando.
Per tre mesi, da luglio a settembre, strade, vicoli e piazze sono deserte. A descrivere l’aspetto apocalittico in cui versa la capitale dei discendenti di Alboino, è. Ancora una volta , Paolo Diacono. “Tutti i cittadini erano fuggiti, chi sulle cime dei monti, chi altrui luoghi: nelle vie crescono erbacce e cespugli”.
Si provi ad immaginare come apparire Strada Nuova, Corso Cavour, Via Mazzini, in questi terribili giorni. Negli angoli delle strade ci sono moribondi , con sintomi della “Morte Nera”: i loro volti sono sfigurati dalla sofferenza, bubboni e pustole segnano tutto il corpo, scosso da fremiti di febbre. Cadaveri di uomini e animali vengono lasciati lì per giorni, favorendo ancora di più la diffusione dell’epidemia. “Allora molti videro l’angelo del Bene e quello del Male vagare per la città – racconta ancora Diacono – E quante volte per ordine del primo, il secondo colpisce con il suo grosso spiedo, tanti in quella casa sono destinati, il giorno dopo a morire”.
Credenze popolari,superstizioni e fede si mischiano insieme , come sempre avviene quando una catastrofe colpisce una comunità. Oggi c’è ancora il simbolo di quei mesi terribili di oltre 1500 anni fa. E non ci si farebbe caso se non si alzasse il naso all’insù, facendo una passeggiata proprio in strada nuova. Bisogna fermarsi in Via Bernardino Gatti. E’ uno stretto budello che porta verso il Duomo..
Sulla casa dell’angolo, si vedrà murata lassù la figura di un angelo. Mai nessuno, però, ha spiegato se si tratta di quello del Bene e di quello del Male.
Di certo si sa solo che messo in ricordo di quei giorni di morte e paura.