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IL TERRORE DI ANNIBALE, LA DIFESA DI SCIPIONE. NASCE IL PONTE (S)COPERTO

Oggi è facile passare da un lato all’altro della città.

Il ponte coperto , simbolo della Pavia moderna, collega il centro storico con il Borgo Ticino, quartiere caratteristico e pittoresco per le sue case basse e colorate che si affacciano sul fiume. Ma quando Publio Cornelio Scipione , comandante delle legioni che stanno cercando di fermare l’avanzata di Annibale, arriva sulle rive del Ticino nell’estate del 218 a. C. si trova subito di fronte a un problema.

Arriva da Placentia,l’attuale Piacenza, e deve organizzare la difesa contro l’invasore, come racconta lo storico Livio.

L’acqua è alta, la corrente è forte. Il console romano cerca un punto per attraversare il fiume.

Una volta giunto a Ticinum, fa costruire un ponte di barche, con ogni probabilità proprio nel luogo della futura Ticinum. Lo scrive Emilio Gabba, studioso pavese di  fama internazionale, nato nel 1927 e morto nel 2013, esperto soprattutto di Storia romana) nel suo lungo excursus nella storia di Pavia,l’età antica dal titolo “Ticinum, dalle origini alla fine del III  secolo d.C.” citando lo storico greco Polibio.

Scipione ha vanamente cercato di bloccare sul Rodano la marcia del temibile condottiero cartaginese Asdrubale Barca,fratello di Annibale, sceso nella penisola italica attraversando le Alpi, contro ogni previsione e logica.

Annibale ha già battuto le popolazioni galliche, che sono passate al nemico in un batter d’occhio.

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La situazione , quando il padre del futuro Scipione l’Africano arriva in riva al Ticino, è drammatica per Roma. Fatto costruire il ponte, varca il fiume e vi costruisce un castellum,che, secondo Gabba potrebbe essere proprio il più antico nucleo della città.

Poi prosegue la marcia verso la Lomellina.

Ma si lascia per un attimo il passo cadenzato delle legioni stremate e impaurite dalla marcia trionfale di un nemico che sembra imbattibile.

E’ ottobre inoltrato. Si seguono i soldati, partendo con l’auto dalla larga strada del Lungo Ticino Sforza, anticipando le truppe di Scipione che vanno incontro al proprio destino. Si prende la statale 596 e  si procede su questa strada lunga e diritta che taglia in due i campi di mais e riso.

Dopo 30 chilometri si giunge a Lomello.E’ proprio in questo piccolo paese di poco più di duemila abitanti oggi, in mezzo alla campagna pavese, che le truppe si Scipione e Annibale si scontrano in quella passata alla storia (impropriamente) come la battaglia del Ticino.

E’ il primo scontro fra i due eserciti. Gli altri saranno, come si impara sui banchi di scuola, sul Trebbia e sul Trasimeno. Con esiti tragici per i Romani. I contingenti celtici al servizio dei Romani fuggono, le popolazioni galliche della zona passano dalla parte di Annibale. Lo stesso Scipione, ferito, è costretto a fuggire. E torna sulle sponde del Ticino.

Le truppe sono decimate e sfiduciate. Indugiano davanti a quello che oggi è il ponte coperto.

Al console romano, e a quello che resta del suo esercito, non rimane che passare dall’altra parte del fiume e distruggere il ponte, tornando verso Piacenza.

E’ proprio questo luogo, dove molto più tardi, verrà costruito un nuovo ponte,a segnare il primo incontro fra gli abitanti del Tevere e quelli del Ticino.