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Il multisala? Nasce a Pavia negli anni cinquanta

Nei primi anni Cinquanta nasce il complesso Kursaal

 

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Il centro prende vita da una ristrutturazione del vecchio Kursall Giardino, ed è uno dei primi complessi antesignani che potevano definirsi multisala. Il Kursaal comprende infatti ben 3 cinema: Corso, Corsino e Arti. Il Corso aveva la sala più grande, 1050 posti suddivisi in platea, balconata (primi  posti) e galleria, il Corsino una platea di 500 posti. Successivamente nel 1974, su progetto di Tullio Facchera, figura storica in questo settore per la città, viene aggiunta la terza sala, Arti al Corso  composta da 240 posti e ricavata dal vecchio  Night Club Corsino, molto frequentato anche dagli studenti.

 

Dagli anni Sessanta agli Ottanta le pellicole proiettate qui non avranno nulla da invidiare a quelle presenti nei cinema di Milano. La storia del Kursaal si conclude nel 2009, dopo ottantotto anni di vita, che chiude i battenti privando Pavia delle tre sale centrali di corso Cavour. Lo spazio viene adibito ad area residenziale.

 

Stessa sorte per il Corallo-Ritz, vicino a piazza Duomo, prima cinema Italia. Il cinema Castello di piazzale Emanuele Filiberto si trasforma invece in una sala Bingo. Per finire, il cinema Roma di via XX Settembre si trasforma in una libreria, l’attuale Feltrinelli.

All’elenco si aggiunge il cinema Eden, in via Siro Comi, dove storicamente venivano proiettati film a luci rosse. Qui ancora prima c’è il cinema Garibaldi dove, al prezzo di un biglietto venivano rappresentati due film. Uno dopo l’altro i pavesi si sono visti privare di quasi tutte le sale storiche cinematografiche in città. Fortunatamente , la tenace volontà dei gestori del Cinema Politeama di Corso Cavour ha permesso che la sala non chiudesse: l’ultimo cinema del centro di Pavia ancora aperto resta i ll Politeama, antica osteria all’inizio del ‘900 poi , negli anni Venti trasformato in cinema teatro. Anche questa struttura ha subito però un lungo stop. Nel 1997, infatti, il cinema venne chiuso. Riaprirà nel 1991 come centro commerciale e cinema di circa 370 posti. E così rimane tutt’ora.

 

 

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A Pavia il cinema lo si vive non solo nelle sale , ma anche nelle strade.

 

Strada Nuova , corso Cavour, corso Garibaldi,piazza della Vittoria legano il loro nome anche ai set cinematografici. Tanti registi che, dall’immediato dopoguerra, scelgono le vie del centro per girare scene dei loro film. Il primo  sbarcare a Pavia con macchine da presa e troupe è Lamberto Lattuada. E’ il 1952. Il regista gira per le strade e nei pressi del Ticino “Il cappotto”, protagonista del Festival di Cannes, interpretato da Renato Rascel.

 

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Cinque anni più tardi i riflettori si accendono su Lea Massari, ne “i sogni nel cassetto” di Renato Castellani. Dopo una pausa di un ventennio, Pavia torna a fare da palcoscenico al genere poliziesco che spopola negli anni Settanta. Il contro storico fa da sfondo alle sparatorie e agli inseguimenti “Squadra volante” del 1971 e “Mark il poliziotto” nel 1975.

 

C’è anche un inedito Dario Argento a girare a Pavia: il suo unico film non appartenente al genere horror “Le Cinque Giornate di Milano” (1973) con Adriano Celentano tra i principali attori.

 

Un giovanissimo e ancora sconosciuto Diego Abatantuono cammina qui fa per “Liberi armati pericolosi” (1976), un noir sul tema della delinquenza giovanile, del regista Romolo Guerrier. Sempre nel 1976 vien girato “La Orca” del regista Eriprando Visconti, nipote del più noto Luchino.

 

In parte ambientato in centro storico a Pavia, anche “L’albero degli zoccoli” (1981) di Ermanno Olmi. Il film vincerà la Palma D’Oro del Festival di Cannes.

 

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Sono tante le scene in cui Pavia è protagonista nel film di Dino Risi , “Fantasma d’amore” (1981), anche perché tratto dall’omonimo romanzo dello scrittore pavese Mino Milani. L’università fa da sfondo , invece, a “Facciamo paradiso” (anni novanta” di Mario Monicelli con Margherita Buy e Lello Arena tra gli attori principali. Più recente (del 2011) è il film “Il mio domani” della regista Marina Spada con Claudia Gerini come protagonista femminile.