Skip to main content

Il cinema a Pavia 

Edison e Lumière (1897 – 1898)



 

 

 

il-cinematografo-dei-fratelli-lumiere-inventato-nel-1895-permetteva-di-registrare-sequenze-di-fotografie-della-durata-di-non-piu-di-un-minuto_56255b59_800x1100.jpeg

 

 

 

L'introduzione del cinematografo a Pavia tra il 1897 e il 1898 rappresentò una novità straordinaria per la città. In questo periodo, sia Edison che i fratelli Lumière portarono le loro invenzioni nel mondo del cinema. Il debutto dello spettacolo cinematografico di Edison avvenne nel gennaio del 1897 grazie all'iniziativa di un impresario locale. Nonostante l'arrivo delle invenzioni dei Lumière solo pochi mesi dopo, il cinematografo di Edison riuscì temporaneamente a farsi un nome anche a Pavia.

 

I fratelli de Bernardi, noti proprietari di un apparecchio cinematografico prodotto dalla fabbrica di Leoni, contribuirono a diffondere questa nuova forma di intrattenimento. Il pubblico pavese, fino ad allora poco esposto alle immagini in movimento, accolse con entusiasmo queste prime proiezioni.

 

Il debutto del cinematografo Edison, tuttavia, fu segnato da un guasto tecnico durante la prima serata, il che portò a un rinvio dello spettacolo. Nonostante ciò, il pubblico, curioso e paziente, tornò in massa il giorno successivo, il 12 gennaio, riempiendo il Teatro Guidi. Questa volta, senza intoppi tecnici, lo spettacolo fu un successo e ricevette vivissimi applausi.

 

Un giornalista de Il Progresso notò però che il risultato avrebbe potuto essere ancora migliore se la luce elettrica fosse stata fornita da una dinamo più potente e se la distanza focale fosse stata calibrata con maggiore precisione. Nonostante queste osservazioni tecniche, l'accoglienza positiva del pubblico dimostrò l'impatto rivoluzionario del cinema nella società di fine Ottocento.

 

 

 

 

 

 images.jpeg

 

Simile nella sostanza fu la recensione apparsa su "Il Corriere Ticinese", che enfatizzava l'eccezionalità tecnico-scientifica del mezzo e il suo effetto di realtà. Il cinematografo veniva descritto come un apparecchio costituito essenzialmente da un riflettore che proietta un fascio luminoso su un diaframma con un'apertura quadrata, davanti alla quale scorre rapidamente un rotolo di celluloide contenente una serie di fotografie istantanee, a colori o meno. Questo meccanismo creava l'illusione del movimento delle persone e delle cose come nella vita reale, spiegando il grande successo del cinematografo a Pavia.

 

Il successo ottenuto a Pavia si ripeté in molte delle proiezioni successive, ma non l'ultimo giorno, il 18 gennaio, quando il maltempo limitò l'affluenza del pubblico. L'entusiasmo sembrava scemare rapidamente, attribuito principalmente alle imperfezioni tecniche dell'apparecchio. Il guasto della sera precedente aveva lasciato poco spazio alla speranza, come riportato dalla "Provincia Pavese" nell'unica segnalazione dedicata all'evento, che parlava di un successo un po' contrastato a causa della luce non abbastanza intensa.

 

Questo episodio rifletteva le sfide tecniche che accompagnavano i primi anni del cinema, ma anche l'incredibile fascino e l'interesse che questo nuovo mezzo di comunicazione suscitava nel pubblico.

 

L'ottimo riscontro iniziale del genialissimo trattenimento indusse gli organizzatori a prolungare la propria permanenza pavese, aggiungendo quattro serate alle tre inizialmente previste. Lo spettacolo, arricchito dalla presenza di alcuni intermezzi musicali e dalla ripetizione di buona parte dei film, sempre variati, arrivò a durare due ore.

 

Nonostante la media di 20-15 minuti di proiezione nei primi giorni, l'incremento della durata nelle serate successive potrebbe essere stato una strategia per bilanciare i difetti tecnici con un'offerta più ricca. Per quanto riguarda i film presentati, possediamo informazioni dettagliate solo sulla prima serata. Tra i "quadri" proiettati vi erano:

 

- Il bagno di una signorina, che pur non avendo nulla di scorretto, diede occasione a qualche spettatore malintenzionato di lanciare frizzi indecenti, senza alcun riguardo per le signore e le signorine presenti.

- I lottatori

- Le corazzate

- Il coricarsi di una giovane sposa

 

Questi primi esempi di cinema riflettono la varietà e la capacità di attrarre un pubblico eterogeneo, nonostante le sfide tecniche e le reazioni talvolta inadeguate di alcuni spettatori.

 

images_1.jpeg

 

Tra la fine di aprile e i primi di maggio del 1897, la stampa locale riportava in tono minore, senza più sottolineare l'eccezionalità dell'evento, la presenza di un cinematografo Lumière presso Piazza Castello, visibile anche dal Teatro Guidi. Nonostante la mancanza di informazioni precise sul proprietario di questo cinematografo, Elena Bonfatti suggerisce che potrebbe trattarsi di un padiglione di Italo Pacchioni. La presenza così precoce di un cinematografo di piazza in provincia supporta questa ipotesi, anche se non confermata né contraddetta da nuovi materiali inediti.

 

Tra i proprietari pavesi di apparecchi cinematografici, sono state reperite informazioni sulla stampa locale relative a alcuni personaggi. Il sannazarese Attiglio Bergonzi, ad esempio, mostrava ai suoi concittadini "il divertimento veramente intellettuale" fin dal dicembre del 1896, utilizzando un cinematografo Edison in un locale privato, il Circolo della Società Operaia. D'altra parte, i fratelli De Bernardi, pur possedendo un apparecchio Nero, operavano esclusivamente tra locali pubblici e privati.

 

Queste attività testimoniano l'interesse crescente per il cinema e l'impegno di vari pionieri locali nel diffondere questa nuova forma di intrattenimento, nonostante le sfide tecniche e logistiche.

 

La città di Pavia ha avuto l'opportunità di sperimentare le due principali modalità di fruizione del cinema delle origini. Nel 1898, il cinema continuava a essere proiettato nel teatro. Dal 27 agosto al 4 settembre, il Teatro Guidi ospitò una serie di proiezioni targate Lumière. In quell'occasione, il Corriere Ticinese scrisse che il pubblico pavese già conosceva il cinematografo, ma il nuovo spettacolo era più perfezionato rispetto al precedente di Edison, mostrato più di un anno prima al Guidi.

 

Lo spettacolo, con inizio alle ore 21:00, variava quotidianamente grazie all'aggiornamento continuo delle pellicole. Una copia del programma dell'ultima serata mostra che esso era diviso in tre parti, ciascuna introdotta da un'esecuzione musicale. Una nota avvisava che le proiezioni iniziavano subito dopo la musica. Il successo fu enorme: le scene erano rappresentate nitidamente e molte, sia per il soggetto umoristico sia per la loro qualità artistica, vennero applaudite e replicate.

 

I costi dei biglietti erano piuttosto popolari: 50 centesimi per la prima galleria, 30 per la platea e 20 per la seconda galleria, identici ai prezzi delle proiezioni del 1897. Questa volta, conosciamo anche i proprietari dell'apparecchio: i fratelli De Bernardi, figure rilevanti nella diffusione del cinema a Pavia. Essi erano già noti alla stampa locale dal 1896 per alcune fotografie stereoscopiche realizzate con una macchina di loro produzione e di nuovo nel 1898, dal 20 al 24 novembre, per un secondo ciclo di proiezioni al Guidi.

 

Questi eventi dimostrano l'entusiasmo e l'interesse del pubblico pavese per il cinema, nonché l'impegno di pionieri locali come i fratelli De Bernardi nel migliorare e diffondere questa nuova forma di intrattenimento.