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UN’ ASTA PER OGNI NOBILE MORTO LONTANO DA TICINUM

LA CHIESA DI SANTA MARIA DELLE PERTICHE



 

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E’ curioso seguire le bizzarrie della storia che spesso si diverte a mischiare le carte, confondendo tracce e luoghi. Dove oggi sorge Porta Milano, quella più settentrionale di Pavia, ci si imbatte in due alte colonne, quasi nel mezzo della strada. E’ quanto rimane della vecchia chiesa di Santa Maria delle Pertiche fondata nel 677, fuori dalle mura della città.

Curiosa è anche l’origine del nome. Voluta dalla regina Rodelinda, moglie del due volte sovrano Bertarido, deve il nome alle pertiche piantate nel terreno che, secondo un’antica consuetudine longobarda, rappresentavano il corpo di chi , per una qualunque ragione (spesso la guerra) fosse fondata nel 667, moriva fuori dalle mura della Città.

Secondo l’uso , i parenti piantano fra i sepolcri una pertica sulla quale posizionano una colomba di legno che guarda in direzione del luogo in cui il loro caro è morto, come per vigilare sul suo riposo.

 

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Lentamente, i Longobardi dominatori si trasformarono in dominati anche per quanto riguarda la religione. Si è già detto della divisione di Ticinum nella parte longobarda, e dunque ariana , e in quella latina, dunque cristiana. Se della prima,a nord della città, è rimasto poco o niente, della seconda invece ancora oggi ci sono testimonianze.

 

La presenza dei discendenti dell’impero è confermata dalle ricostruzioni realizzate in questo periodo nella zona dell’attuale via Menocchio, attuale sede del seminario vescovile e del collegio delle canossiane.

 

In questa della città, nella chiesa dedicata a Santo Stefano, il vescovo Damiano provvede a trasportare (o forse a far edificare) la sede episcopale. Che da allora, è il 680, in pratica non ha mai cambiato sito.

 

Occorre ricordare, in proposito, che la chiesa pavese, dalle sue origini sottoposta a quella milanese, duecento anni dopo diventerà indipendente con papa Giovanni VII.

 

Ma si torni ai Longobardi. Nel giro di poco piu di un secolo, questo popolo fiero, conquistatore e ariano, è diventato per la maggior parte cattolico. Non a caso all’ultimo grande re longobardo si deve la creazione di uno dei simboli della Ticinum antica e della Pavia moderna : San Pietro In Ciel D’Oro.

 

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La tradizione vuole che la basilica sia stata fondata da Liutprando per ospitare le spoglie di Sant’Agostino. Ancora oggi  le reliquie di uno dei più venerati padri della chiesa cattolica riposa fra queste mura. L’altro personaggio sepolto nella basilica è Severino Boezio, il filosofo ucciso da Teodorico.

 

C’è ancora un simbolo della città che in molti riconducono al sovrano. Bisogna andare in Piazza de Duomo. Ancora oggi si resta quasi smarriti di fronte all’imponenza dell’edificio – costruito in epoca rinascimentale e dedicato a Santo Stefano Martire e Santa Maria Assunta – che possiede una grandiosa cupola ottagonale in muratura, tra le più grandi d’Italia per altezza e ampiezza. (la quinta per precisione).Ebbene, davanti alla chiesa c’è una statua a cavallo. E’ detta del Regisole,forse perché in origine ricoperto di dorature che riflettevano i raggi solari, oppure dalla posizione del braccio destro che sembrava “reggere” il sole . Oggi il monuento è una copia di Francesco Messina( lo stesso autore della Minerva) realizzata nel 1937. Ma secondo le le cronache del tempo, è proprio Liutprando a prenderla a Ravenna , durante una delle sue campagne militari, e a collocarla a palazzo. Cosa rappresenti , è ancora un mistero.

L’ipotesi più accreditata è che sia una statua equestre romana, forse raffigurante Settimo Severo.

 

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Sotto Liutprando, re dal 712 al 744, il regno longobardo raggiunge il suo acume.

E con lui finisce una parte di storia della città. E’ alle porte lo scontro con un altro popolo conquistatore e guerriero, quello dei Franchi, di fronte ai quali gli eredi di Alboino non avranno scampo.

 

Curiosamente è proprio nell’ultimo periodo della dominanza longobarda, durata più o meno fino al 774, che accanto al nome romano  con la quale fino a questo momento abbiamo conosciuto la città, si affianca quello di Papia.

Nessuno sa il perché di questo cambiamento. Sono diverse le le spiegazioni, a volte anche divertenti come sottolinea Mino Milani citando Opicino de’ Canistris, che la fa derivare da “papè, vale a dire mirabile” o riconducendola addirittura aò “Papa, il primo fra gli uomini”. Più dottamente , qualcuno altro la riconduce invece a Papiria, antica tribù a cui la colonna venne in epoca romana. Altri citano la gens Papiria, aristocratica famiglia latina.

 

Qualunque sia la sua genesi, d’ora in avanti per i libri di storia Ticinum diventerà Pavia.