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Marina Abramović in Mostra a Bergamo: Tra Arte e Immersione Cinematografica

A gres art 671, il nuovo centro per l'arte contemporanea, trenta opere dell'artista serba esplorano la vita e l'opera di Maria Callas nell'installazione "Seven Deaths

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A settembre, negli spazi di gres art 671, il nuovo centro per l'arte contemporanea di Bergamo, inaugura una mostra personale dedicata a Marina Abramović. La rassegna riunisce trenta opere dell'artista serba, sviluppando un percorso espositivo attorno all'installazione cinematografica immersiva “Seven Deaths”.

Aperto lo scorso novembre a Bergamo, gres art 671, il nuovo centro per l'arte contemporanea nato da una ex fabbrica di gres, si prepara ad ospitare la personale di una delle artiste e performer più celebri a livello internazionale: Marina Abramović.

Curata da Karol Winiarczyk, la rassegna "Marina Abramović. Between Breath and Fire" riunisce trenta opere, tra le più recenti e quelle storiche, articolate attraverso un percorso che prende il via dall'installazione "Seven Deaths" (dedicata a Maria Callas, di cui nel 2023 si è celebrato il centenario della nascita).

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L’installazione "Seven Deaths" si configura come “un'esperienza cinematografica immersiva”, spiega Winiarczyk, “basata su sette morti premature che Marina Abramović presenta sullo schermo, con una colonna sonora composta da sette assoli di Maria Callas”. È un tributo appassionato dell’Abramović per l’opera della cantante lirica, che l'artista serba ha imparato ad amare durante l'adolescenza a Belgrado. L’opera vuole essere “un viaggio coinvolgente attraverso la vita di una degli artisti più influenti del nostro tempo, abbinato alle arie più famose della Divina; un'esperienza catartica che spinge alla riflessione personale più profonda”, conclude il curatore.

Nata a Belgrado il 30 novembre 1946, Marina Abramović è una delle artiste più rilevanti della scena contemporanea internazionale, considerata la “madre” della performance art. Con la sua ricerca, spesso incentrata sulla messa a nudo delle dinamiche antropologiche e sugli aspetti più intimi e inconsci del comportamento umano, ha creato performance che hanno fatto la storia. Tra queste spicca "Rythm 0", messa in scena alla galleria Studio Morra di Napoli nel 1974. Il lavoro analizza il rapporto con l’altro in un’escalation di tensione e drammaticità: l’artista rimane in piedi per sei ore, immobile, mentre il pubblico è invitato a usare liberamente una serie di 72 oggetti sul suo corpo nudo. La performance è stata interrotta quando uno degli osservatori ha impugnato una pistola carica, l'oggetto più pericoloso tra quelli disponibili.