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San Matteo di Pavia, stop al nuovo ospedale: fondi dirottati per riqualificare i padiglioni esistenti

Accantonato il progetto del nuovo polo ospedaliero da 500 posti letto: i 96 milioni del fondo ministeriale saranno usati per l’adeguamento sismico e antincendio delle strutture storiche. Si attende la nuova programmazione regionale.

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Il Policlinico San Matteo di Pavia ferma, almeno per ora, l’ambizioso progetto del nuovo ospedale. L’idea di costruire un polo moderno da 500 posti letto a nord di via Forlanini, di fronte al Dea, resta sulla carta, bloccata agli studi di fattibilità. La costruzione non potrà iniziare prima del 2030 e, in assenza di certezze sulla pianificazione regionale, la direzione ha deciso di sospendere tutte le attività operative collegate.

Nel frattempo, parte dei fondi già assegnati – 96 milioni di euro provenienti da un fondo ministeriale – sarà impiegata per mettere in sicurezza gli edifici esistenti, molti dei quali risalgono agli anni ’30. Queste risorse erano state originariamente stanziate proprio per l’adeguamento antisismico e antincendio, e la Regione ha chiesto al Policlinico di presentare entro il 30 settembre un progetto esecutivo per tali interventi.

Il blocco temporaneo si inserisce in un contesto di revisione più ampio: Regione Lombardia sta infatti riformulando il proprio piano pluriennale per gli investimenti in edilizia sanitaria, e ogni nuovo progetto dovrà essere valutato in base alle nuove linee guida. La costruzione del solo edificio principale del nuovo ospedale avrebbe richiesto un budget di almeno 250 milioni, di cui solo 154 milioni previsti ma non ancora vincolati da una precedente delibera regionale. Con le infrastrutture connesse, la spesa complessiva stimata sarebbe salita a circa 500 milioni di euro.

L’ipotesi di un nuovo ospedale era stata presentata ufficialmente nel 2022, con un primo rendering che mostrava una doppia torre alta cento metri su una superficie di centomila metri quadri. Tuttavia, l’idea non si è mai concretizzata in un progetto definitivo.

Intanto, la priorità torna ad essere la messa a norma delle strutture storiche, per garantire la sicurezza di pazienti, operatori e visitatori. Gli interventi di consolidamento saranno più rapidi da realizzare rispetto alla costruzione ex novo, rispondendo così a un’esigenza urgente e non più rinviabile.