Pavia tra Assedi e Battaglie: Secoli di Storia e Conflitti di Ezio Tiraboschi
Dall’invasione di Attila alla Battaglia di Pavia del 1525, fino ai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale: una città segnata da guerre, assedi e rivolte.
La riuscitissima rievocazione della storica battaglia di Pavia del 23 febbraio 1525 avvenuta nei giorni scorsi in occasione del 500° dalla data dell’evento, ha richiamato migliaia di persone, incuriosite e ammirate dallo spettacolo in costume svoltosi al Castello di Mirabello.
Una importante e famosa battaglia fra spagnoli e francesi che ha portato Pavia nei libri di storia ma che, a ben vedere, è solo uno dei tanti cruenti avvenimenti che hanno interessato il territorio e la città di Pavia nei secoli passati.
Che fosse per la posizione strategica al centro di importanti vie di acqua e di terra, che fosse per le scelte giuste o sbagliate dei pavesi con chi schierarsi, che fosse che popoli e guerrieri, alla conquista di territori più fecondi e più miti di quelli da cui provenivano, arrivassero in pianura padana, sta di fatto che Pavia è stata al centro di violenti scontri, di assedi, di devastazioni e di saccheggi da tempi immemori fin quasi ai giorni odierni.
Iniziò nell’antichità Attila, il Flagello di Dio, re degli Unni nel 452. Taglieggiò l’allora Ticinum. Solo per intercessione del vescovo Crispino I la città non venne distrutta.
Fu poi Alboino, re dei Longobardi, gli uomini dalle lunghe barbe provenienti dalla Pannonia, oggi Ungheria, ad assediare con le sue truppe la città pavese per ben tre anni prima che i suoi abitanti si arrendessero al nemico straniero.
Entrò dalla porta orientale sul proprio destriero fortunatamente risparmiando la popolazione e non dando l’ordine di saccheggiare e distruggere la città.
Passano due secoli e nel 774 Carlo Magno, re dei Carolingi pone Pavia sotto assedio. Tanto durò l’attacco che il re ebbe il tempo di pensare e poi far costruire a Santa Sofia una cappella.
Peggio, molto peggio, andò nel 924. Pavia fu assediata, conquistata, incendiata e devastata dagli ungari magiari.
Nel 1024 i pavesi decidono di farsi del male per conto loro. Alla morte di Enrico II re di Germania in città scoppia una rivolta che rimarrà famosa nei secoli, detta la “Bastiglia di Pavia”. I pavesi distruggono completamente il Palazzo Reale fatto costruire nel VI secolo d.c. dal re goto Teodorico, edificio che occupava una grande area urbana, dall’attuale via Scopoli fino a lambire il Ticino.
Nel 1356 sono le truppe dei Visconti ad assediare la città, difesa da Jacopo Bossolaro, I pavesi resistono ma alla fine si rassegnano al dominio Visconteo.
Siamo ora nel 1512, Pavia, sotto il dominio francese, viene assediata dalle truppe della Lega Santa, costituita tra Papa Giulio II, la Spagna e Massimiliano d’Asburgo. Solo pagando un prezzo enorme in ducati Pavia evita il saccheggio e la distruzione.
Passa un decennio e Pavia deve subire l’assedio e il cannoneggiamento da parte dei francesi comandati da Odet de Foix, visconte di Lautrec. La città subisce gravissimi danni perché i cannoni francesi colpiscono le mura presso Porta Giustina, quelle presso il Bastione di Santo Stefano, oggi la Rotonda e crollano due torri del Castello Visconteo. Pavia ne esce devastata. Sono gli anni appena precedenti alla Battaglia di Pavia del 1525 di cui la recente rievocazione.
Passa poco più di un secolo e nel 1655 nuovamente i francesi, al cui comando ora c’è il re Sole, Luigi XVI, mettono nuovamente sotto assedio la città.
E, per non farci mancare la presenza di un personaggio leggendario, ecco nientemeno che Napoleone Bonaparte che, nel 1796, mette sotto assedio la città e la conquista. E’ il famoso Sacco di Pavia. L’attacco dura quarantotto ore, sufficienti per devastare la città, prima che il comandante francese fermi la ferocia dei suoi uomini.
Arriviamo all’anno 1825. Pavia è sotto il dominio austriaco, durante la Restaurazione.
Il Governo austriaco non tollera quasi nulla. Proibiti schiamazzi in teatro o per le vie cittadine, fumare davanti alle guardie, bere troppo, portare barba e baffi, vestire in modo non appropriato, cantare di notte, nuotare in tratti proibiti del Ticino.
Un gruppo di studenti viene arrestato proprio perché scoperto a nuotare dalle parti del ponte della ferrovia.
Vengono portati in piazza della Legna, oggi piazza Italia, dove di radunano molti studenti per protestare contro l’arresto. Ne nasce un vero e proprio tumulto che i gendarmi austriaci tentano
di sedare nel modo più brutale possibile, aprendo il fuoco contro i ragazzi. Risultato: tre vittime, colpite alla schiena mentre fuggivano dalla piazza. Il tremendo episodio viene ricordato come la
“strage degli innocenti”.
Infine 1944, i bombardanti durante la 2° Guerra Mondiale. Mezza città distrutta, Ponte Vecchio compreso, centinaia di vittime.
Ho richiamato solo alcuni dei fatti cruenti più clamorosi e conosciuti che hanno interessato la nostra città, ve ne sono tanti altri altrettanto importanti o meno che palazzi, vie, scorci di Pavia hanno “vissuto” e che rappresentano e raccontano la sua storia, la sua gente.
Ezio Tiraboschi