L'inverno pavese: la quiete silenziosa tra il Ticino e il Borgo
Nel cuore di Pavia, l'inverno trasforma la città in un paesaggio di riflessioni e atmosfere sospese, dove il Ticino diventa ascoltatore silenzioso dei pensieri.
Articolo di Fabio Greggio
L'inverno pavese. L'inverno pavese, mi ha sempre dato l'imressione che tutto sia più silenzioso, come se la foschia ispirasse i nostri pensieri, come se il Ticino volesse ascoltarli. Un passo dopo l'altro, immancabili sguardi per vedere la città che si alza oltre la sponda che si vede dal Borgo, il Ponte Coperto ci accompagna sempre lo sguardo sul Duomo che svetta nei cieli grigi pavesi, all'imbrunire i primi lampioni si accendono vestendo la bocca del Corso Strada Nuova, il Lungoticino Sforza si muove, un movimento infinito come quello del fiume azzurro che gincana tra le rovine del vecchio ponte, mentre qualche canottiere sfida le forze a colpi di pagaia. Il silenzio continua, la foschia ispira i nostri pensieri e il Ticino ci ascolta nel suo infinito movimento.