Le Vaccinazioni: Fondamenti, Obiettivi e Gestione degli Effetti Collateral
Antonio Monteleone " L'importanza dei vaccini nella prevenzione delle malattie infettive, gli obiettivi delle strategie vaccinali e le indicazioni per gestire i comuni effetti collaterali e dubbi post-vaccinazione."
Le vaccinazioni rappresentano uno strumento universalmente riconosciuto in grado di prevenire le malattie infettive a tutela non solo dell’individuo, ma anche della collettività.
La vaccinazione si basa sulla somministrazione di una piccola quantità dei batteri o virus responsabili di malattie o di loro componenti (antigeni) modificati con tecniche di laboratorio. I microrganismi perdono così la capacità di provocare la malattia, ma conservano quella di generare una risposta immunologica simile a quella prodotta dal nostro organismo contro le infezioni, senza però determinare né la malattia né le sue complicanze.
La vaccinazione simula il contatto con il microrganismo consentendo di innescare il meccanismo della memoria immunologica, che fa sì che il nostro organismo ricordi e riconosca i germi che lo hanno precedentemente attaccato. Infatti, se l’individuo vaccinato verrà in contatto con l’agente infettivo contro cui agisce il vaccino, il sistema immunitario lo riconoscerà e produrrà una risposta in grado di neutralizzare la minaccia infettiva.
I vaccini sono generalmente composti da:
• MICRORGANISMI VIVI ATTENUATI (microrganismi vivi, ma resi innocui con tecniche di laboratorio. Esempio: Vaccino contro Morbillo-Rosolia-Parotite e contro la Varicella),
MICRORGANISMI INATTIVATI (microrganismi uccisi con agenti fisici o chimici o loro componenti in modo da mantenerne comunque la capacità di stimolare una risposta immunologica. Esempio: Vaccino contro Meningite, Epatite B).
Il vaccino, oltre a microrganismi attenuati o uccisi o ai loro componenti, può contenere altri tipi di sostanze:
• adiuvanti (favoriscono una risposta immune rapida e di lunga durata, consentendo così di impiegare più basse quantità di antigene),
• stabilizzanti (permettono il mantenimento della composizione chimica del vaccino anche in caso di improvvisi sbalzi di temperatura),
• conservanti (consentono la conservazione del vaccino e, come nel caso degli antibiotici, prevengono la contaminazione batterica).
Grazie alle migliori condizioni sanitarie e all’utilizzo dei vaccini nella pratica medica non assistiamo più alle gravi epidemie del passato.
Essendo diminuito il rischio di contagio, ci si potrebbe domandare se è ancora necessario vaccinarsi. Nonostante malattie come poliomielite e difterite siano scomparse in Italia, il rischio che gli agenti patogeni coinvolti si diffondano di nuovo è reale in quanto sono ancora presenti a livello globale. Come ad esempio è successo in Olanda nel 1992, quando i membri di una piccola comunità religiosa, la Chiesa Olandese Protestante Riformata, rifiutarono di vaccinare i propri figli e vennero colpiti da una epidemia di poliomielite.
Le vaccinazioni possono avere un semplice effetto protettivo individuale (ad es. l’antitetanica) o, come nella maggior parte dei vaccini, anche di contrasto alla diffusione delle malattie infettive all’interno di tutta la popolazione, proteggendo anche chi non è direttamente vaccinato. Infatti se molti soggetti all’interno di un gruppo sono vaccinati contro una determinata malattia infettiva, si riduce il numero di coloro che possono ammalarsi e con il tempo la malattia cessa di manifestarsi in quel gruppo, sfruttando la cosiddetta “immunità di gregge”(herd immunity) che si viene a creare.
Gli obiettivi di una strategia vaccinale sono tre:
1. controllo di una malattia: riduzione del numero di casi e/o delle sue complicanze (ad es. vaccinazione antinfluenzale),
2. eliminazione di una malattia: scomparsa della malattia in una determinata area geografica a seguito dell’interruzione della circolazione dell’agente causale (ciò non implica la scomparsa dell’agente patogeno, quindi vi è sempre il rischio di reintroduzione della malattia e la vaccinazione va continuata),
3. eradicazione di una malattia: eliminazione permanente sia della malattia sia del suo agente patogeno (come è accaduto per il vaiolo, in questo caso si può interrompere la vaccinazione).
La maggior parte degli effetti collaterali da vaccino sono lievi e transitori. È abbastanza comune che entro uno o due giorni dalla vaccinazione si manifestino febbre moderata e/o reazioni infiammatorie (rossore, gonfiore, calore e dolore) in prossimità del sito di iniezione, ma tali alterazioni sono in genere di breve durata.
Le reazioni gravi sono rarissime, come ad esempio le reazioni allergiche gravi (shock anafilattico). L’anafilassi compare in genere immediatamente o entro pochi minuti dalla vaccinazione, quindi è sufficiente rimanere per almeno 20 minuti nella sala d’attesa del centro vaccinale: il personale è addestrato per gestire queste reazioni e ha a disposizione le necessarie attrezzature.
In caso di problemi medici insorti dopo la vaccinazione potete consultare il medico curante o il vaccinatore. Solo personale esperto può valutare eventuali eventi avversi al vaccino e stabilire con criteri scientifici la correlazione causa-effetto con la vaccinazione. Ciò permette di ricevere le giuste indicazioni sulla gestione di reazioni avverse e permette di monitorare le reazioni indesiderate.
In caso di comparsa di un evento avverso dopo la vaccinazione, l’operatore sanitario raccoglie le informazioni necessarie per approfondire la natura della manifestazione e verifica se sia possibile procedere con il ciclo vaccinale o sia necessario sospenderlo, e se vi siano controindicazioni alla somministrazione di altri vaccini.
Il manifestarsi di un problema di salute successivamente alla vaccinazione non necessariamente è collegato al vaccino, anzi la maggior parte degli eventi che si ritengono correlati al vaccino non sono in genere causati dalla vaccinazione. Infatti gli studi scientifici dimostrano che molti di questi eventi sono casuali, cioè che non esiste un nesso con la vaccinazione.
Dopo la vaccinazione i genitori possono avere dei dubbi su cosa fare se il bambino ha dei disturbi.
Premessa l’importanza di rivolgersi al pediatra di fiducia per indicazioni puntuali, cerchiamo di rispondere alle domande più frequenti:
Il mio bambino è irrequieto. Che cosa devo fare?
Dopo la vaccinazione i bambini possono essere particolarmente irrequieti o piangere poiché possono sentire dolore nella sede dell’iniezione o avere la febbre.
Si può somministrare un farmaco, il paracetamolo, che aiuta a ridurre il dolore e la febbre.
Se lo stato di irrequietezza persiste a lungo (generalmente per più di 24 ore) consultate il pediatra di base.
La sede d’iniezione è calda, gonfia e arrossata. Che cosa devo fare?
Applicare un panno pulito e fresco sulla zona dolorosa ed infiammata, senza premere.
Se ritenete che il bambino abbia molto dolore, potete somministrare il paracetamolo, secondo il peso del bambino, come indicato nel foglietto illustrativo del farmaco.
Il bambino ha la febbre. Che cosa devo fare?
L'Organizzazione Mondiale della Sanità individua una temperatura corporea normale quella compresa fra 36,5 e 37,5°C. Un bambino ha la febbre quando la sua temperatura supera 37,5°C. Generalmente è causata da infezioni virali lievi, come raffreddore o tosse, e viene di solito trattata a casa. La febbre alta può essere motivo di preoccupazione per i genitori, ma la maggior parte dei bambini guarisce senza problemi dopo pochi giorni.
Se il bambino ha la febbre:
• dategli da bere in abbondanza (in caso stiate ancora allattando, allattare regolarmente) e non forzatelo a mangiare,
• valutate possibili segni di disidratazione (ad esempio bocca asciutta, assenza di lacrime, occhi infossati e nel caso di neonati meno pannolini bagnati e la fontanella infossata),
• vestitelo in modo leggero senza coprirlo eccessivamente,
• somministrare il paracetamolo, secondo il peso del bambino, come indicato nel foglietto illustrativo del farmaco (attenzione: non somministrare mai l’aspirina nei bambini e ragazzi sotto i 16 anni!),
• valutate di tanto in tanto il bambino durante la notte,
• tenetelo a casa da nido, asilo o scuola.
Se il bambino continua ad avere la febbre indicativamente per oltre 24 ore, se la febbre aumenta o il bambino presenta sintomi insoliti (ad esempio convulsioni o un pianto insolitamente acuto), consultate il pediatra o il pronto soccorso.
In quanto operatori di sanità pubblica preparati sulla pratica vaccinale, gli operatori dei servizi vaccinali sono disponibili per fornirti ulteriori informazioni.
Il tuo medico di famiglia (pediatra di libera scelta e medico di Medicina Generale) o il tuo specialista, conoscendo la tua storia clinica, può fornirti una consulenza sulla utilità specifica di una vaccinazione.
Per le vaccinazioni rivolte ai lavoratori, l’indicazione viene fornita anche dal medico del Lavoro.
https://www.salute.gov.it/portale/vaccinazioni/homeVaccinazioni.jsp
https://spendiamo-a-pavia.it/servizi/infermieristica/antonio-monteleone
Antonio Monteleone
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Infermiere in Libera Professione, Assistenza Domiciliare Infermieristica.
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