Skip to main content

La torre del "pizzo in giù": la scommessa di Giasone del Maino di Ezio Tiraboschi

Storia e leggenda del celebre palazzo di corso Mazzini a Pavia

Banner_ezio.png

 Il magnifico giureconsulto Giasone del Maino fece costruire nel 1474 un sontuoso palazzo, a due piani, che si affacciava sulla contrada San Romano, oggi corso Mazzini per una lunghezza di ben 43 metri.

L'ampio cortile interno era circondato da sedici arcate di portico, sorrette da colonne di marmo con splendidi capitelli.

Sull'angolo ovest del palazzo, fra la contrada di San Romano e quella che conduceva alla chiesa di San Tommaso, Giasone fece costruire una torre che il popolo chiamò subito del pinsu (pungiglione) in giù, poi corretta del pizzo in giù, per la bizzarra forma a piramide rovesciata.

Il palazzo fu acquistato agli inizi del 1700 dalla famiglia Olevano che nel 1772 sulle rovine del dell’edificio originario fece allestire l'attuale palazzo in stile barocco su progetto dell’architetto Lorenzo Cassani.

Durante i lavori venne abbattuta la torre del pizzo in giù, nonostante il malumore dei cittadini pavesi e la certezza per molti tecnici del tempo che la torre, saldamente collegata al palazzo con grosse chiavi di ferro, avrebbe resistito con quella sua bizzarra forma per secoli.

Il palazzo venne quindi acquisito nei primi anni del 1800 dal barone don Carlo dei marchesi Belisomi per infine diventare proprietà comunale dopo essere passato nelle mani della Curia vescovile.

Oggi il palazzo, in via Mazzini 7, è sede dell’Istituto statale Adelaide Cairoli, ma attraverso i “tri cancel” sono passati nei decenni generazioni di studenti pavesi. Il sottoscritto ha varcato quella soglia per tre anni, frequentando tanti anni fa le medie Pascal.

Perchè Giasone, pur essendo considerato al tempo molto avido, volle una torre con siffatta strana architettura, per una scommessa o per puntiglioso capriccio?

Qui si intreccia la storia con la leggenda, di cui vi sono diverse versioni.

Ecco la più nota.

Giasone del Maino studente diciannovenne a Pavia dal 1454 si getta a capofitto nel turbine della vita goliardica del tempo. Vita libera, spensierata e soprattutto licenziosa che si può riassumere in gioco, donne e risse.

Ciò solleva un vero e proprio scandalo nell'ambiente pavese, considerando che la famiglia di Giasone è imparentata nientemeno con quelle dei Visconti e degli Sforza.

Giasone viene pesantemente richiamato dai genitori ad un comportamento più consono, tanto che il giovane cambia letteralmente stile di vita, dedicandosi in modo indefesso allo studio e diventando una celebrità del suo tempo.

Il padre Andreotto del Maino al figlio scapestrato che promette di studiare e laurearsi, risponde incredulo e sbeffeggiante che, se avesse ottenuto la laurea, avrebbe fatto costruire una torre capovolta con la base verso il cielo.

Negli anni successivi Giasone, per immortalare sè stesso e rammentando quanto asserito dal padre, fa erigere una torre proprio con quelle strane caratteristiche architettoniche.

La stretta via all'angolo di corso Mazzini che corre in discesa verso corso Garibaldi per i pavesi è ancora oggi la via dal “pis in giù”.

EZIO TIRABOSCHI