Intervista: "Le compagne di Wundt" il nuovo thriller di Cecilia Zonta tra suspense e noir ambientato a Pavia
Un giallo ambientato a Pavia che intreccia realtà e fantasia, lasciando il lettore senza fiato.
Perché hai scelto Pavia come ambientazione principale della storia? La scelta di ambientare "Le compagne di Wundt" a Pavia è nata in modo spontaneo: è una città che conosco e che sento molto mia, dato che la vivo ogni giorno, sebbene ora abiti a San Martino Siccomario e lavori a Pavia. Credo che Pavia abbia il fascino adatto per una storia giallo-noir, e il suo scenario ha influenzato il tono del racconto. Non è un giallo tradizionale, ci sono elementi noir e un finale che lascia il lettore senza fiato.
Come è nato il progetto del racconto? La genesi risale a un corso di scrittura thriller che avevo seguito online, in cui ci veniva chiesto di scrivere racconti seguendo tracce predefinite. Uno di questi esercizi ha portato alla creazione di una prima versione di "Le compagne di Wundt", molto più breve e acerba. Negli anni, l’ho rivisto e sviluppato fino a diventare una storia più ricca e strutturata.
Hai trovato qualche affinità tra te e la protagonista del romanzo? E ci sono temi che rispecchiano situazioni reali? I personaggi sono interamente frutto della mia immaginazione. La protagonista è un pubblico ministero di circa cinquant'anni, vedova e madre di una figlia di ventiquattro anni. Mi sono concentrata molto sulle dinamiche tra genitori e figli, tema che trovo cruciale e che si riflette nel rapporto della protagonista con sua figlia. In generale, però, i personaggi sono costruiti per dar voce a temi e situazioni ideali, più che personali.
Come hai intrecciato il mondo reale e l'invenzione narrativa? Le descrizioni di Pavia e dell’atmosfera cittadina influenzano le emozioni dei personaggi. Sebbene abbia mantenuto dettagli riconoscibili della città, ho giocato con la fantasia per alcuni elementi: il liceo frequentato dalle vittime, ad esempio, non esiste davvero, così come alcuni locali o nomi di strade. Questo mix di realtà e invenzione contribuisce all’ambientazione del racconto, mantenendo però una coerenza di stile e atmosfera.
Cosa speri che i lettori portino con sé dopo aver letto il libro? Chi legge gialli e noir cerca una via di fuga dalla realtà, ma credo anche nella capacità della narrazione di suscitare riflessioni più profonde. Senza rivelare troppo, penso che il finale possa offrire uno spunto sul potere che le paure possono avere sulle nostre azioni, portandoci su percorsi inaspettati. È un aspetto che ho voluto esplorare attraverso la mia protagonista, che si confronta con paure e scelte importanti.
Progetti futuri? Hai già qualcosa in mente? Sì, sto lavorando alla progettazione di un nuovo romanzo, questa volta un vero romanzo sempre in chiave giallo-noir e ancora una volta ambientato a Pavia. Vorrei trovare un’idea davvero originale per renderlo speciale, quindi ci sto lavorando con calma, senza fretta.
Perché dovremmo leggere "Le compagne di Wundt"? "Le compagne di Wundt" è una lettura che può sorprendere, non solo per il finale inaspettato ma anche per il ritmo incalzante, soprattutto nella parte conclusiva. Credo che i lettori apprezzeranno il mix di suspense e atmosfera che rende il racconto unico, portando Pavia in un contesto giallo-noir che pochi si aspettano.
Conclusioni Cecilia ci invita a immergerci nelle atmosfere pavesi, in una storia che esplora emozioni, paure e colpi di scena. "Le compagne di Wundt" è un thriller che promette di sorprendere e lasciare un segno, portandoci tra le sfumature di un giallo-noir che mescola realtà e finzione.