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Intervista a Luca Celè: tra storia, pittura e utopia

Un viaggio artistico tra passato e presente, dove la storia incontra l’innovazione pittorica.

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L'arte come ponte tra passato e presente, tra realtà e immaginazione: questa la filosofia che anima il lavoro di Luca Celè, giovane talento pavese che coniuga la passione per la storia con la ricerca pittorica. Lo abbiamo incontrato per scoprire il suo percorso e le sue ispirazioni.

Partiamo dal tuo percorso accademico. Come hai iniziato il tuo cammino nel mondo dell’arte?

Ho frequentato il liceo artistico a Pavia, poi mi sono trasferito a Milano per studiare alla NABA, un’accademia privata di belle arti. Durante il triennio ho seguito il corso di pittura e arti visive, per poi completare il mio percorso formandomi come curatore museale.

Nella tua ricerca artistica, quale ruolo gioca la storia?

La storia è il fulcro della mia ricerca. Amo il passato e l'arte antica, in particolare quella del '600 e '700. Il mio obiettivo è reinterpretare lo stile figurativo di quei secoli, che oggi è stato in parte accantonato. Credo che le correnti moderne siano figlie delle avanguardie del passato, che non devono essere dimenticate.

Quali sono le tecniche che utilizzi principalmente?

Alla NABA ho scoperto l’olio su tela, ma attualmente lavoro soprattutto con matita e rapido, una penna inchiostrata che mi consente di esprimere al meglio il mio stile, spesso utopico. Utilizzo anche i pantoni, pennarelli dai colori vivaci che mi ricordano le miniature medievali.

Hai realizzato una serie di opere per i 500 anni della battaglia di Pavia. Puoi raccontarci di più?

Lo scorso dicembre ho esposto la mia prima mostra al Broletto di Pavia, dedicata alla battaglia del 1525. Ho realizzato tre grandi disegni illustrati che raccontano le fasi dello scontro e i protagonisti principali, tra cui spicca la figura di Francesco I di Francia. Accanto a questi, ho presentato anche una serie di lavori in bianco e nero di dimensioni più contenute.

Tra le tue opere spicca Libertalia, una particolare installazione. Di cosa si tratta?

Libertalia è un’opera che può essere considerata alla pari di una scultura. Si tratta di un caleidoscopio visivo che invita i visitatori a osservarla da più angolazioni. I disegni rappresentano una città immaginaria, con ville e palazzi collocati su ogni lato, permettendo allo spettatore di immergersi completamente nell’opera.

Tuo nonno è il pittore pavese Maggi Pisy. Quanto ha influenzato il tuo percorso artistico?

La sua figura ha sicuramente influito sul mio amore per la pittura. Lui ha uno stile impressionista, caratterizzato da figure quasi evanescenti, mentre io, anche secondo lui, ho un approccio più minuzioso, alla ricerca del dettaglio, probabilmente per via della mia passione per la storia.

A cosa stai lavorando attualmente? Hai in programma delle mostre?

Ho vissuto un’esperienza straordinaria alle Gallerie d’Italia di Milano come assistente alla visita, un ruolo in linea con il mio obiettivo di diventare curatore museale. Recentemente ho collaborato con Stamperia Universis realizzando illustrazioni e sto portando avanti diversi lavori su commissione.

L’arte di Luca Celè è un viaggio attraverso il tempo e la creatività, un dialogo tra tradizione e innovazione che continua a evolversi, lasciando un segno nel panorama artistico contemporaneo.

Intervista by Barbara Quaroni