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Intervista a Ennio Bellani, il Tenore Pavese tra Passione e Dedizione: Una Vita Dedicata al Canto Lirico e alla Cultura

Dagli esordi nella lirica ai grandi palcoscenici internazionali, Ennio Bellani racconta la sua carriera, i maestri che lo hanno formato e l'impegno nella promozione culturale attraverso l'Associazione Amici dell’Arte di San Martino Siccomario.

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Ciao Ennio, grazie per aver accettato il nostro invito.

Grazie a voi! Seguo i vostri progetti e li trovo importantissimi! Soprattutto per una città come Pavia!

Quando hai scoperto la tua passione per il canto lirico?

Fin da bambino, arrivavo da una famiglia appassionata di musica, e da lì è nata questa immensa passione e ho avuto la fortuna di trovare una persona che mi ha consigliato un percorso professionale perché avevo talento. Ho ascoltato questo prezioso consiglio e da lì ho iniziato ll mio pellegrinaggio a Milano dove avevo bisogno di capire se avevo veramente questo talento. Diciamo che è nata come passione e da lì ho deciso che sarebbe stata la mia professione, iniziando un lunghissimo percorso di studi.

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Puoi raccontarci qualcosa dei tuoi primi maestri? Adriano Pelso?

Adriano è stato il mio primo insegnante di canto. Il mio primo maestro e Baritono fondamentale per i miei inizi. Dopodichè ho fatto un percorso con il mezzosoprano Franca Mattiucci e il tenore Angelo Lo Forese. Grazie a questi tre immensi maestri già ho iniziato a cantare. Poi lo studio è fondamentale, bisogna continuamente studiare. Come diceva una grande cantante : Se non hai più voglia di studiare, smetti di cantare.”.

Quali sono stati i momenti significativi della tua carriera?

Sicuramente il primo debutto, avevo 21 anni e mi esibivo in una prima operetta al teatro delle Erbe ed è stato il mio primo spettacolo in assoluto, dove ho avuto il piacere di esibirmi davanti al mio primo insegnante. Una emozione incredibile che mi porto ancora dietro come uno dei ricordi più belli, soprattutto per la sua presenza.

Qual è il tuo repertorio preferito e perché?

Sicuramente il repertorio operettistico che mi ha dato modo di perfezionarmi e lavorare molto ed esibirmi su grandi palcoscenici. Scendendo nei particolari, quello della canzone della prima metà del 900. Specialmente Cesare Bixio, considerato il padre della canzone melodica italiana. In quegli anni venne anche in Italia un altro tenore di cui purtroppo se ne parla poco che si chiamava Giuseppe Lugo, che  che si affacciò al mondo della lirica e al cinema, questo giovane tenore di bel aspetto che diede fastidio a Beniamino Gigli portò un’altra canzone straordinaria: “vento”. Brano che il regime censurò perché molti italiano usavano la strofa “Vento, Vento portatelo via con te” riferendosi a Mussolini. Mi sono molto appassionato a questo genere melodico che mi ha dato la possibilità di cantare molto anche all’estero. Francia e Germania amano questo genere di musica italiano.

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Colleghi importanti con cui ti sei esibito?

Io ho avuto dei colleghi straordinari! Ad un certo punto della mia carriera ho avuto la fortuna di incontrare una persona che tengo a citare: il musicologo Daniele Rubboli. Persona straordinaria che mi ha dato la possibilità di entrare a fare parte del laboratorio lirico Europeo, un giorno mi ascoltò e si innamorò della mia voce. Da lì entrai a far parte di questo laboratorio lirico e con lui ho cantato veramente tanto e con tantissimi cantanti. Te ne posso citare alcuni: Donato Tota, Pippo Veneziano, Luigi Frattola, Barbara Frittoli (cantante tuttora attiva a livello nazionale), Ambrogio Maestri, Bruno Taddia e tantissimi altri a livello mondiale.

Hai avuto l’occasione di collaborare con molti direttori d’orchestra e pianisti noti. C’è una collaborazione che ti ha segnato in modo particolare?

Sicuramente, cito ad esempio il maestro Roberto Negri del teatro La Scala e Luis Baragiola,Saltini del teatro Pavarotti - freni di Modena , maestro Zucca ecc. Ce ne sono stati tanti altri ma loro due sono stati davvero i più importanti per vari motivi.

Com’è nata la sua partecipazione al laboratorio lirico europeo diretto da Daniele Ruboli?

Per caso! Sono stato invitato ad un concerto e mi hanno presentato Daniele, mi ha presentato ed ascoltato e mi ricordo che due giorni dopo mi chiamò e mi disse “In mezzo di quei cani, sei stato l’unico che ti sei salvato (risata)”. Da lì è nata una collaborazione che è durata tanti anni.

 

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Quali sono stati gli eventi teatrali più memorabili per te?

Con la mia associazione ne abbiamo fatti tanti memorabili, parlo al plurale perché sono sempre stati tutti decisi insieme al direttivo. Abbiamo fatto tantissime belle serate prima del Covid, poi c’è stato un calo improvviso dovuto a questo gravoso ed inaspettato evento. Come Associazione culturale amici dell’arte San Martino Siccomario, abbiamo notato che il vero problema è che non c’è stato un cambio generazionale per questa tipologia di arte. Ci tengo a precisare che la nostra associazione tende a promuovere ogni forma di arte, non solo la musica.

Cosa ha significato per te ricevere l’onoreficenza al merito della Repubblica Italiana?

Sicuramente gratificante, perché è un riconoscimento che viene conferito per una carriera e un duro lavoro fatto nel corso degli anni, anche nel settore del volontariato a cui tengo moltissimo. Non me lo aspettavo, per me è stato un coronamento degli anni di duro sacrificio e passione per questa arte.

Aggiungiamo anche il riconoscimento del comune di San Martino Siccomario che ti ha conferito la civica benemerenza?

Come tutte le riconoscenze artistiche ne sono stato onorato, ci tengo a citare una persona straordinaria: Luciano Brocchetta. Un grande artista che seguiva questa medaglia d’oro che conferivano a personalità di spessore, rimasi molto sorpreso quando mi presento la motivazione su pergamena mignata. Una opera d’arte vera e propria. Luciano era un tesoro per il nostro paese, speriamo che qualche giovane impari dalla sua immensa arte.

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Progetti futuri?

Adesso sono completamente dedicato e concentrato sulla nostra Associazione, che promuove eventi culturali di vario genere. L’Associazione è composta per lo più da artisti, ma è aperta a tutti avendo come obiettivo la divulgazione della esperienza del collettivo a disposizione soprattutto dei più giovani. Ci sono già progetti futuri che stiamo organizzando per questo autunno, a breve ti dirò di più.


Hai altri hobby e passioni oltre la musica?

Si adoro i libri, ho un immensa biblioteca che tratta diversi argomenti ,musica ,scienze ,varie forme di arti lettere ecc .Nel corso degli anni la mia passione e grazie anche a diverse donazioni di maestri scomparsi ,ho creato un grande archivio musicale con brani di tutti i generi che spaziano dalla prima metà dell 800 ai giorni nostri , tale archivio lo metto a disposizioni per tutti coloro che avessero bisogno del ricercare un brano o fonte di studio vista la grande mole di spartiti dell' epoca .Un ambizioso progetto è quello che stiamo preparando per l inverno che tratta una mostra fotografica dedicata ai cantanti pavesi che hanno dato lustro alla nostra città ,ne cito alcuni Fraschini , Muzio ,Ciniselli , Pessina ,ecc questa mostra la potremo vedere nella cornice del Castello di Belgioioso con una grande inaugurazione invitando cantanti pavesi che tutt'ora portano la loro arte nel mondo

Ennio, Ancora un grazie immenso da parte mia e di Spendiamo a Pavia per questa interessantissima e preziosa intervista.

E’ stato un piacere e sono sicuro che collaboreremo insieme in futuro perché trovo il vostro progetto l’unica vera innovazione importante e attuale di questa città. Complimenti e non perdete l’energia e la costanza che vi contraddistingue e che ci vorrebbe in tutte le persone della nostra meravigliosa Pavia.

 

Intervista di Matteo Filippi