Il complotto italiano contro Napoleone III: la missione segreta di quattro cospiratori
Nel 1863, quattro italiani pianificano un attentato contro Napoleone III a Parigi, ma vengono scoperti e arrestati. Tra loro, il pavese Angelo Scaglioni
Il 24 dicembre 1863 quattro uomini, attraverso il confine svizzero di San Luigi, entrano in Francia.
Al controllo dei passaporti risultano essere italiani. Vengono identificati in Pasquale Greco, Raffaele Trabucco, Natale Imperatori e un certo Angelo Maspoli, identità fasulla, come verrà successivamente dimostrato, del pavese Angelo Scaglioni.
Raggiungono Parigi e alloggiano all’albergo di Santa Maria in via Rivoli 83.
Chi sono e che fanno nella capitale francese?
Pasquale Greco è un musicista calabrese di 28 anni che ha partecipato all’impresa garibaldina dei Mille del 1860. E’ conosciuto e stimato da Giuseppe Mazzini.
Raffaele Trabucco, nativo di Aversa è un suonatore di corno di 40 anni, che ha girato il mondo, ha partecipato nel 1848 ai moti rivoluzionari di Napoli e nel 1860 ha militato con il grado di capitano in uno dei battaglioni bersaglieri comandati da Nino Bixio.
Natale Imperatori, di 33 anni, è un libraio nativo di Lugano. Nel 1859 entra nel Corpo dei Cacciatori delle Alpi e nel 1860 è al fianco di Garibaldi a Calatafimi e Aspromonte.
Angelo Scaglioni è nato a Pavia, frazione S. Giuseppe, il 21 gennaio 1840. Suo padre Luigi possiede un negozio di macelleria e commercia bestiame. Il giovane pavese è uno studente iscritto all’Università alla Facoltà di matematica. E’ di animo ardente e irrequieto, forse anche un po' violento, tanto da essere soprannominato in città “al ribell”.
Nel 1859 passa clandestinamente il confine posto sulle rive del Ticino e si arruola volontario nell’esercito piemontese, combatte a Palestro e nel 1860 entra nei Mille. Fatto prigioniero ad Aspromonte, incarcerato a Genova viene quindi liberato nell’ottobre del 1862 e rientra a Pavia.
Cosa ha portato i quattro personaggi a Parigi?
No, non si tratta di una gita di piacere. Il drappello è qui per attentare alla vita dell’imperatore Napoleone III, considerato l’artefice principale della politica che impedisce l’unità d’Italia.
Purtroppo per loro vengono subito intercettati dalla Polizia francese a causa di una precedente segnalazione che indicava il Trabucco quale sovversivo pericoloso e vengono quindi immediatamente posti sotto costante e discreta sorveglianza.
Già il giorno di Natale i quattro individui, con estrema cautela, si muovono per la città parigina, esaminando i diversi ingressi del giardino alle Tuilleries e studiando i percorsi che portano alla piazza della Concordia e al viale dei Campi Elisi.
Nei giorni successivi si trasferiscono in altri alberghi e in camere in affitto, cercando di non farsi notare tutti insieme, come si dice oggi, mantenendo un basso profilo.
Il 28 raggiungono l’Opera e durante una rappresentazione, esaminano con cura gli accessi al teatro e in particolare l’ingresso principale riservato a Sua Maestà Napoleone III.
Passano poche ore e il Trabucco e il Greco vengono arrestati presso l’albergo Napoli in cui alloggiavano, mentre all’Imperatori e allo Scaglioni, alias Maspoli, vengono messe le manette mentre si stanno intrattenendo in un locale di liquori.
La perquisizione delle camere da loro occupate non lascia dubbi sulle loro intenzioni.
Un vero e proprio arsenale. Vengono rinvenute numerose bombe, revolver carichi, cartucce, polvere da sparo, pugnali.
Se ciò non bastasse, viene anche ritrovata una lettera compromettente in cui Giuseppe Mazzini è indicato come mandante della cospirazione o comunque complice.
Gli interrogatori degli arrestati portano a stabilire in modo eclatante la volontà di assassinare l’Imperatore.
Lo Scaglioni confessa che le bombe dovevano essere gettate sotto la vettura al momento del passaggio per recarsi all’Opera e che, se necessario, si sarebbe compiuto
l’attentato anche scagliandosi contro Napoleone III con revolver e pugnali.
Il processo ai quattro cospiratori italiani si svolge nel febbraio 1864 presso la Corte d’Assisi della Senna, con grande partecipazione di pubblico e giornalisti.
Il verdetto non tarda ad essere pronunciato e non può che essere di pesante condanna per gli imputati. Greco e Trabucco vengono condannati alla deportazione perpetua, mentre Imperatori e Scaglioni devono scontare vent’anni di prigione.
Giuseppe Mazzini viene condannato in contumacia quale probabile ideatore dell’attentato.
Il pavese viene rinchiuso nel carcere di Clairvaux, dipartimento dell’Aube.
Nel 1870 sfrutta un decreto di amnistia e ritorna a Pavia. Viene accolto alla stazione ferroviaria di Certosa da commilitoni e concittadini festanti.
Ma la sua indole irrequieta lo spinge dopo pochi mesi a seguire Giuseppe Garibaldi che va a combattere in Francia non appena viene proclamata la repubblica francese.
Scaglioni viene infine ucciso da un Cacciatore di Vincennes durante un acceso diverbio per futili motivi.