“Hanno ucciso l’uomo ragno” conquista i Nastri d’Argento: miglior serie commedia dell’anno
La serie Sky Original sulla nascita degli 883 trionfa ai Nastri Grandi Serie 2025: premi a cast, regia e sceneggiatura per un racconto generazionale tra musica, amicizia e provincia italiana.
“Hanno ucciso l’uomo ragno” trionfa ai Nastri d’Argento Grandi Serie come miglior commedia
Un viaggio nostalgico tra motorini senza casco, cassette arrotolate con la matita e le luci delle discoteche di provincia: “Hanno ucciso l’uomo ragno – La leggendaria storia degli 883” si è aggiudicata il premio come Miglior Serie Commedia ai Nastri d’Argento Grandi Serie 2025, riconoscimento assegnato dal Sindacato dei Giornalisti Cinematografici Italiani. La cerimonia, tenutasi a Napoli, ha visto trionfare anche “M. - Il figlio del secolo” (Serie dell’anno) e “L’arte della gioia” di Valeria Golino (Miglior Drama), ma è la serie Sky Original sulla band cult degli anni ’90 ad aver fatto il pieno di riconoscimenti nella sua categoria.
Una miniserie generazionale
Prodotta da Sky Studios e Groenlandia, la serie diretta da Sydney Sibilia, affiancato da Francesco Ebbasta e Alice Filippi, è un tuffo nel passato tra amicizie adolescenziali, sogni di successo e il fermento culturale della provincia italiana. Ambientata a Pavia, racconta la nascita e l’ascesa degli 883, il gruppo che ha rivoluzionato il pop italiano degli anni ’90, attraverso la storia vera di Max Pezzali e Mauro Repetto, due ragazzi con la voglia di fare musica e raccontare la loro generazione.
Grandi riconoscimenti anche per cast e autori
La serie, composta da otto episodi, ha convinto critica e pubblico anche grazie alla straordinaria interpretazione dei giovani protagonisti: Elia Nuzzolo (nei panni di Max Pezzali) e Matteo Oscar Giuggioli (Mauro Repetto) hanno ricevuto il premio come Rivelazioni dell’anno, oltre a una targa speciale Italo. Importanti riconoscimenti sono andati anche alla sceneggiatura, firmata da Sydney Sibilia, Francesco Agostini, Chiara Laudani e Giorgio Nerone, e ai produttori Nils Hartmann (Sky Studios) e Matteo Rovere (Groenlandia).
Una storia vera che emoziona
Oltre al successo televisivo, “Hanno ucciso l’uomo ragno” ha saputo raccontare con autenticità e ironia la crescita, le difficoltà e i sogni di due ragazzi che, partendo da una città con “due discoteche e 106 farmacie” – come recita una celebre strofa di Pezzali – sono riusciti a conquistare i palchi più importanti d’Italia. Un racconto di formazione che ha saputo parlare a più generazioni, risvegliando emozioni e ricordi in chi quegli anni li ha vissuti e facendo scoprire agli altri chi erano davvero gli 883.