Ex area industriale Snia a Pavia: al via le indagini ambientali per avviare la bonifica
Primi carotaggi in autunno per il risanamento di suolo e falde: due scenari di intervento e una spesa fino a 40 milioni di euro
A partire dall’autunno inizieranno le indagini ambientali sull’area dismessa dell’ex Snia a Pavia, un passaggio cruciale per definire le azioni necessarie al risanamento del sito, oggi contaminato. Il Comune ha ricevuto l’adesione di 34 professionisti interessati a realizzare il piano di caratterizzazione, che servirà a mappare l’inquinamento presente nei terreni e nelle acque sotterranee.
Questo studio preliminare, dal valore di circa 775mila euro (di cui 100mila a carico dell’amministrazione locale), sarà decisivo per stabilire l’entità delle sostanze inquinanti e definire l’approccio da adottare. Due le opzioni possibili: una messa in sicurezza permanente dell’area, che richiede un investimento di 15 milioni di euro, oppure una bonifica completa, più costosa ma risolutiva, stimata attorno ai 40 milioni.
Nel caso in cui l’area venga venduta all’asta, sarà il nuovo proprietario a farsi carico della bonifica completa. In assenza di compratori, il Comune sarà invece obbligato ad attuare la messa in sicurezza, che garantirebbe comunque la possibilità di realizzare un parco urbano di 17 ettari, molto richiesto dai cittadini.
Il sito dell’ex Snia, abbandonato dagli anni ’80, si estende su 186mila metri quadrati e ospitava storicamente impianti per la produzione di fibre artificiali. L’attività industriale ha lasciato in eredità un pesante inquinamento: analisi già effettuate tra il 2002 e il 2007 avevano riscontrato la presenza di idrocarburi, metalli pesanti, diossine e composti alogenati nei terreni e nelle falde.
Il fallimento della società Borgosnia, che deteneva oltre il 60% dell’area, ha rallentato per anni l’intero iter. Solo nel maggio dello scorso anno il Comune ha preso atto della rinuncia dei proprietari a intervenire, aprendo così la strada all’attuale piano d’azione. L’assessore all’Ambiente Lorenzo Goppa ha definito questa fase come «un primo passo concreto verso la riqualificazione e la tutela della salute pubblica».
A breve saranno inviate le lettere di invito ai 34 professionisti selezionati, che dovranno presentare progetti tecnici dettagliati. L’obiettivo è individuare entro fine agosto la società che si occuperà delle indagini ambientali sul sito.