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Croce Rossa di Pavia, si dimette il presidente Danilo Chiesa: via anche da tutti gli incarichi

La decisione arriva in un momento di crisi economica e tensione interna. Il Comitato pavese si avvia verso il commissariamento.

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PAVIA – Scossone ai vertici del Comitato della Croce Rossa di Pavia: Danilo Chiesa ha rassegnato le dimissioni dalla carica di presidente, lasciando contestualmente anche tutti gli altri incarichi ricoperti all’interno dell’associazione, compreso quello di volontario. La comunicazione, inviata lo scorso giovedì, è indirizzata al presidente regionale della CRI Maurizio Bonomi, al consiglio direttivo locale e al comandante del Centro di mobilitazione CRI Lombardia, Dario Funaro.

Un gesto netto, formalizzato con poche righe che non lasciano spazio a interpretazioni: «Con questa mia comunicazione si intendono annullati tutti gli incarichi fino ad oggi a me in capo», ha scritto Chiesa, che dice così addio a un impegno di lunga data, iniziato come volontario a Siziano, il suo paese d’origine, e proseguito con diversi ruoli di responsabilità.

Una scelta che ha colto tutti di sorpresa, a partire dalla vicepresidente Stefania Serafini, che al momento ha preferito non rilasciare dichiarazioni. Insieme a Chiesa, eletto nel maggio 2024, erano entrati in consiglio anche Riccardo CodroicoLuca Ratibondi e il consigliere giovane Riccardo Uggeri. Il mandato previsto era di quattro anni.

Mentre le motivazioni ufficiali non sono state rese pubbliche, circolano ipotesi che vanno da ragioni personali a forti contrasti interni, aggravati da una situazione finanziaria critica che da anni pesa sull’associazione. La Croce Rossa pavese, con circa 50 dipendenti e 400 volontari, sta affrontando debiti strutturali, tensioni con i sindacati e lo spettro di esuberi.

Chiesa, prima di lasciare, aveva rassicurato i sindacati sull’impegno a salvaguardare i posti di lavoro e garantire gli stipendi, comunicando anche il rinnovo degli appalti con 118, Maugeri, San Matteo, Città di Pavia e la proroga del contratto con l’ASST per il servizio dialisi fino al 31 maggio.

Le sue dimissioni, però, hanno lasciato perplessi i rappresentanti dei lavoratori: «Sono dimissioni che ci sorprendono, soprattutto perché arrivano anche come volontario» ha commentato Maurizio Poggi della Uil Fpl, che ha aggiunto: «Temiamo vi siano stati disaccordi profondi sulla direzione da prendere».

Nel frattempo, sarà il consiglio direttivo a occuparsi della gestione ordinaria, in attesa che il Consiglio nazionale, su proposta di quello regionale, nomini un commissario. L’incarico potrebbe durare da tre a sei mesi, ma non si esclude che si prolunghi qualora non maturassero le condizioni per tornare al voto.