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"Cosa ne sanno oggi dei profumi perduti della campagna pavese?"

Un viaggio nei ricordi delle cascine, delle risaie e dei racconti contadini che scompaiono con le case abbandonate: memoria viva di un’Italia che fu.

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....Ma cosa ne sanno oggi i ragazzi del profumo dell'autunno, delle corse nelle nebbie fra marcite e rogge di acqua gelida nelle caldi estate, i bagni e i giri in bicicletta con la cartolina nei raggi fra le stradine bianche di Confluente?

Cosa ne sanno delle cascine e della loro cultura, negli inverni rigidi fra muri secolari con le stufe economiche che scaldavano la pasta tirata a mano...

Delle aje, dove d'estate si mettevano a seccare mais e fagioli, camomilla da battere prima di passarla al "siass" facendola volare in alto per mondarla dalle foglie.

Del rincorrere le galline, ma non i tacchini, al pulòn, o le oche perchè quelle si giravano e ti correvano incontro per menarti....

Cosa ne sanno di quelle stanze ormai abbandonate dove d'estate le mondine di tutta l'Italia dormivano dopo il massacrante lavoro sulle risaie e dopo i balli della sera con la fisarmonica e la voglia di vivere dopo la guerra?

Cascine bellissime, la casa padronale, la chiesa e la campana, i muri umidi, gli orti con le verze d'inverno per fare il ragò, l'odore della stalla e le mucche con il loro nome, Nerina, Violetta, .....

l'odore del fieno tagliato messo nei silos, i tulipani nell'orto insieme al basilico e l'arbulént, i tumatis e i marisàn, i patati e suchin, la sès e la prösa, dei piedi nell'acqua fredda che usciva dal "trombino" di ghisa verde piantato a terra con la leva a mano per estrarre acqua.

Come possono sapere che la, all'aperto, i temporali lasciavano il profumo dell'erba e terra bagnata, che la neve ha un profumo, che le rane cantavano tutta la notte ......i pantaloni bagnati dall'umido della terra giocando da monelli.

Le cascine con l'odore della nafta dei trattori, delle lame da affilare con la "cuda" la sera seduti su un ceppo...le cascine vicino a Pavia, che già la città era roba lontana, dimenticata.

Cosa ne sanno di una radio di radica grande con Fiorin Fiorello o 24mila baci, Moliendo cafè e Ciao Ciao bambina un bacio ancora.....mentre fuori la campagna ingialliva alle prime nebbie d'autunno mentre i vecchi, toscano in bocca, andavano al Vul, alla balera in città, con il tabarro sulle spalle e il cappello in testa, sulle biciclette nere Bianchi con i freni a bacchetta di metallo e la dinamo per la luce, il campanello che trillava.

Cosa ne sapranno dei grandi camini e delle stalle, di sera tutti seduti attorno alle mucche per riscaldarsi e i vecchi che raccontavano di parenti e guerre, di tipi strani e raccolti, temporali epocali e fiumi in piena mentre le donne facevano maglie e coperte ai ferri.

Che ne sanno del nonno che moriva, steso da settimane a lamentarsi sul materasso fatto di foglie di granturco su letti altissimi con la rete...altro che videogioco, la morte è dolore lento e infinito.

Come fanno ora che quel mondo è scomparso, a sapere di un sole d'estate con le tende a strisce, svolazzanti davanti agli usci d'ingresso, mentre la gallina becca a terra con il suo verso che sembra un mantra......

delle ciliegie rubate dagli orti, dei ritmi delle stagioni, ...e cosa saranno quelle vecchie case che crollano in mezzo ai campi che sanno di vita vissuta, di amori e figli, di trattori e letame, di sudore e baci rubati dietro filari di uva americana, di figli scappati in America o nella città dove tutto si muove e nulla ti da il tempo di pensare che anche un muro può raccontarti tanta storia da cambiarti per sempre?

Muri imbiancati più volte che cadono sotto coppi umidi ormai a pezzi, coperti di edera e ortiche,

che nascondo vite che ora solo l'erba può ricordare.

Fabio Greggio per Pavia Fanpage 2020