Continua la polemica sulla palestra al liceo Cairoli di Pavia
Proteste per l’impatto storico e ambientale del progetto, mentre l’amministrazione difende la sicurezza e la continuità dei lavori
Non si arrestano le polemiche sulla palestra che l’amministrazione provinciale sta costruendo nel cortile del liceo Cairoli. Stavolta è Marco Anselmetti, ex candidato sindaco alle scorse elezioni comunali, a sollevare la questione riguardante l’intervento di messa in sicurezza del muro perimetrale su via Cavallotti, attualmente chiusa al traffico fino al 23 luglio. La vice sindaca e assessora ai Lavori pubblici di Pavia, Alice Moggi, precisa che l’operazione è stata richiesta dal Comune alla Provincia per garantire maggiore sicurezza.
Sui social, Anselmetti ha condiviso una foto delle travi d’acciaio utilizzate per sostenere l’antico muro di cinta del cortile di Palazzo Olevano, sede del liceo Cairoli, accompagnata da un appello per fermare i lavori.
Il sindaco Lissia, in passato, aveva chiarito che interrompere il progetto in questa fase sarebbe impossibile, poiché comporterebbe pesanti richieste di risarcimento da parte della società incaricata della costruzione.
Sul puntellamento del muro, Moggi ha spiegato: «A seguito di alcune segnalazioni secondo cui i mezzi pesanti del cantiere avrebbero causato crepe nel muro su via Cavallotti, il Comune e la Provincia hanno disposto verifiche tecniche. È emerso che le lesioni erano già presenti prima dell’inizio dei lavori. Tuttavia, per garantire la sicurezza, abbiamo chiesto che il muro fosse puntellato, e la Provincia ha accolto la richiesta». Le parole dell’assessora escludono, dunque, un rischio immediato di crollo, ma la realizzazione della palestra continua a suscitare proteste, soprattutto da chi non approva l’idea di costruire una struttura moderna all’interno di un cortile settecentesco.
Uno dei punti più contestati è stato l’abbattimento di diversi alberi, tra cui un celtis di 14 metri, un olmo di 7, un sambuco e un caco entrambi di 4 metri e un prunus. Questo ha alimentato accuse di danno ambientale in un’area storica di pregio.
Le critiche arrivano da diversi fronti, indipendentemente dalle appartenenze politiche. Vincenzo Nicolaio, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Consiglio comunale e presidente dell’associazione Pavia Monumentale, ha presentato a inizio novembre un esposto alla Procura della Repubblica per contestare sia le modalità di realizzazione del progetto che il suo impatto.
Il progetto, approvato dalla precedente amministrazione di centrodestra, era già stato oggetto di forti critiche sin dall’inizio. A fine agosto 2024, infatti, gli operai avevano danneggiato i capitelli del cancello d’ingresso per permettere il passaggio di un’autogru, compromettendo l’accesso al palazzo settecentesco progettato dall’architetto Lorenzo Cassani.
Le contestazioni sono proseguite, con l’amministrazione provinciale guidata dal presidente Giovanni Palli ferma nella volontà di portare a termine il progetto. Tra i punti più dibattuti c’è anche la distanza della palestra dalle facciate interne dell’edificio, ritenuta eccessivamente ridotta. A tal proposito, l’architetto Italo Maroni ha lanciato una petizione online per chiedere al Comune di revocare in autotutela la delibera che ha autorizzato i lavori, raccogliendo rapidamente un centinaio di firme. Inoltre, già in precedenza, 102 docenti su 190 avevano firmato un documento per bloccare la costruzione della palestra.
Nonostante le numerose opposizioni, l’amministrazione provinciale sembra determinata a completare l’opera, lasciando aperto il dibattito sul suo impatto storico e ambientale.