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Chiuso a Pavia: Storie di Un’Identità Nascosta di Alessandro Devinu

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"Chiuso a Pavia.

A volte chiude per sempre.

E resta lì, dormiente.

Lentamente inefficiente.

Qua si entrava e si veniva accolti.

Non ci si sentiva ospitati, ma coinvolti.

In quel posto magico ci si sentiva avvolti.

Fermo agl'anni 90, Pavia dei ricordi disinvolti.

Un drago amico ti salutava a bocca aperta.

Mentre le pizze venivano infilate dalla mano esperta.

Ti sentivi al sicuro come in famiglia, come sotto alla coperta.

La coda del Drago stava sulla porta a volte chiusa e a volte aperta.

Era un punto di riferimento per tanti abitanti.

Ora è passaggio per inconsapevoli agonizzanti.

Indifferenti veloci passanti che ormai guardano solo avanti.

Oggi ci sono solo ricordi e commenti di dolore ansimanti.

I momenti si mischiavano a voci e profumi.

Un giorno arrivò il covid e sentivamo il rumore dei fiumi.

Semafori spenti, strade vuote, le nostre speranze erano ormai barlumi.

Infinite chiacchierate ai nostri cellulari vicino ai nostri paralumi.

Questa è la fine che ci ha dato il covid, un assassino.

Un assassino che ha ucciso, anche chi fece il vaccino.

Serrande chiuse, mi ricordo, la prima volta ci entrai da ragazzino.

Questa è la storia e la fine della nostra Drago Marino."

 

"Chiuso a Pavia.

A volte chiude per sempre.

E resta lì, dormiente.

Lentamente inefficiente.

Consumata dal tempo.

Affranta dal maltempo.

Quel pezzo di storia che viveva.

Quel pezzo di Pavia, quando ci credeva.

Pavia che dorme.

Pavia senza forme.

Qui c'era una pizzeria.

Non c'era un'Abazia.

In silenzio come una zanzara.

Chiuse gli occhi di ferro.

Questa era La Lampara."

Alessandro Devinu ©2024 Copyright

Dal progetto "Chiuso a Pavia"