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Le meraviglie di Villa Conchiglia

Spendiamo a pavia - urban exploration


ATTENZIONE

L'esplorazione dei luoghi abbandonati di qualsiasi natura essi siano è una attività pericolosa che può esporti a rischi fisici, anche mortali e legali/penali.
Sconsigliamo assolutamente di praticarla senza le dovute attrezzature e conoscenze.
Questi articoli hanno uno scopo puramente conoscitivo e artistico. I luoghi abbandonati si possono godere anche dall'esterno oppure virtualmente seguendo le fotografie e le storie che troverete su questo sito.


Nel mondo urbex, “villa conchiglia” è una vera e propria icona, accoglie i fortunati visitatori, nel silenzio maestoso dei suoi saloni ricchi di affreschi, ci conduce di stanza in stanza in un susseguirsi di stucchi e decorazioni, ci lascia respirare i secoli che l’hanno attraversata, ferita dagli atti di vandalismo di persone senza anima che non meritano tanta bellezza.
La villa, oltre alla bellissima chiesa e all’enorme salone principale, dispone di un piano terra con portici a volta ed un passaggio per le carrozze, cantine e cucina con un enorme camino. Ai piani superiori vi sono le stanze padronali, la biblioteca e le stanze della servitù.
il nomignolo di “villa Conchiglia” è dato dalla scala principale con le forme che richiamano appunto una conchiglia, realizzata in maniera pregevole da mani davvero sapienti. Le conchiglie sono presenti anche in altre parti dell’edificio e persino in chiesa, facendo da filo conduttore nell’architettura di tutta la casa.
Sappiamo da documentazione storica che le prime pietre dell’insediamento furono posate nel lontano 1309, non siamo riusciti però a stabilire una data di costruzione precisa di questa magione, ma sappiamo che sorge su di un castello preesistente ed in seguito è stata rimaneggiata varie volte. Il luogo trasmette la sua potente eleganza, ogni dettaglio è mirato, e oltre all’apparenza gli architetti hanno avuto più di un occhio alla funzionalità.
La location è talmente bella e incredibile, che ogni descrizione risulta inadeguata, quindi vi lascio al video della sua esplorazione, perché solo le immagini fanno onore a tanta raffinatezza.


Il nostro motto è : “porta via scatti fotografici e lascia solo impronte”

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Guarda il video di Villa Conchiglia

Chi sono?

Benvenuti Oscar nato a Milano nel 77’ e residente in Lomellina.
Nella vita lavoro in un colorificio e sono motociclista, fotografo, videomaker ed esploratore urbex. quando riesco, metto insieme tutte le passioni

Urban Exploration (Urbex)

Alla scoperta del fascino nascosto.

Gli esploratori urbani, conosciuti anche come "urbex" dall'inglese "urban exploration", sono appassionati che si dedicano all'esplorazione di luoghi artificiali abbandonati o poco accessibili al pubblico. Si tratta di una pratica che affonda le sue radici nella speleologia e nell'archeologia industriale, ma che negli ultimi anni ha conosciuto un'ampia diffusione, alimentata anche dal fascino del mistero e dall'adrenalina che deriva dall'avventurarsi in luoghi dimenticati.

Cosa fanno gli esploratori urbani?

Gli urbex visitano una vasta gamma di siti, tra cui:

- Edifici industriali dismessi;
- Fabbriche, magazzini, centrali elettriche
- Strutture pubbliche abbandonate:
- Ospedali, scuole, manicomi
- Luoghi sotterranei:
- Catacombe, tunnel, stazioni della metropolitana in disuso
- Aree militari dismesse:
- Basi, bunker, trincee

L'obiettivo degli esploratori urbani non è assolutamente quello di danneggiare o vandalizzare i luoghi che visitano, ma piuttosto di documentarne la storia, la bellezza decadente e l'architettura. Attraverso fotografie, video e racconti, gli urbex condividono le loro scoperte con la comunità online, creando un archivio prezioso della memoria urbana e sensibilizzando il pubblico sull'importanza della memoria e della conservazione del patrimonio industriale.

Nella mia vita ho avuto la fortuna di incrociare persone amanti del bello in tutte le sue forme.
Alcune me lo hanno raccontato, descritto, accennato.
Oscar invece non parla, lo fanno le immagini e le musiche scelte con cura.
Ti cattura e ti trasporta, alla ricerca di un bello (e di un brutto) che c'è stato, che puoi solo intuire esplorando mondi ormai fatiscenti con delicatezza e rispetto.
Guardare i suoi video è doloroso e commovente allo stesso tempo, come se diventassimo per un attimo noi i protagonisti di quelle stanze vuote, come se fossimo seduti su quei banchi ad aspettare il rintocco di una campanella per poter finalmente uscire.
Il montaggio e le scelte accurate delle musiche accompagnano in maniera struggente quelle che possono essere anche le Stanze della Nostra Memoria.
Last Light, l'ultima Luce, esploratori urbani
P.S.

 

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Dal 1991, ICIF formazione a 360 gradi internazionale sulla cucina regionale italiana,

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