Lo Yoga: Un Viaggio Millenario tra Tradizione e Modernità
Dalle antiche radici nell'Indo fino alla diffusione globale: l'evoluzione di una pratica che unisce corpo e anima, passando per il contributo fondamentale di Sri Tirumalai Krishnamacharya.
Che cos’è lo Yoga e cenni storici
Lo Yoga ha molte definizioni ma io preferisco definirlo come disciplina del benessere che ci insegna a concentrarci sul qui e ora ed a staccarci dai pensieri quotidiani che affollano la nostra mente per entrare in contatto con la nostra persona ed aumentare la nostra consapevolezza che abbraccia tutto quello che ci circonda.
Oggi siamo nell’epoca dello yoga moderno e non di quello ortodosso.
Il termine Yoga deriva dalla radice sanscrita Yuj che significa unire, legare assieme. Infatti lo yoga punta a creare armonia ed un’unione tra corpo ed anima ed a portarli nella medesima direzione.
Le origini dello Yoga sono antichissime: le prime tracce di questa pratica risalgono tra il 3000 e il 1800 a.C., nella valle dell’Indo presso la civiltà contadina di Quetta e più tardi nelle cittadine di Harappa e Mohenjo Daro. Negli scavi svolti in queste zone sono state rinvenute statuette e raffigurazioni sedute in posizioni yogiche, dimostrando probabilmente come lo Yoga fosse già allora conosciuto e praticato.
Le prime chiare tracce sullo Yoga ci vengono però da un periodo più tardo quello della letteratura vedica. I Veda sono testi antichissimi i cui contenuti,prima di essere esposti in forma letteraria, furono tramandati di generazione in generazione attraverso la tradizione orale; in essi non c’è ancora una precisa elaborazione dello Yoga ma ne appaiono già alcuni concetti. Possiamo trovare le basi dello Yoga nella parte finale e più tarda dei Veda nelle Upanishad che sono dei testi filosofici e religiosi redatti in sanscrito tra l’800 e il 300 a.C. circa; in alcuni brani vengono infatti trattati argomenti come il Prana cioè l’energia vitale e le Nadi cioè i percorsi energetici che saranno poi temi centrali nello Hatha-Yoga ossia una forma di Yoga basata su esercizi psicofisici che insegnano a dominare l’energia cosmica presente nell’uomo.
Nel periodo risalente al VI sec. a.C. una fonte ricchissima per comprendere lo Yoga è il poema Mahabharata la cui parte più importante è la BhagavadGita che è un trattato di settecento versi che sintetizza varie idee e pratiche Yoga definendo tre delle più importanti vie: il Karma Yoga cioè la via dell’azione, il Bhakti Yoga cioè la via della devozione e lo Jnana Yoga cioè la via della conoscenza.
Il periodo successivo è quello dei Sutra dal II sec. a.C. al IV sec. d.C esso è una forma di letteratura con aforismi che espongono concetti ed idee con parole essenziali. Tra i più importanti vi sono gli Yoga Sutra di Patanjali un testo diviso in quattro libri. Patanjali fu il padre dello yoga ortodosso.
Nel periodo medievale la letteratura predominante è quella dei Tantra.
Molte delle pratiche dello Hatha-Yoga sembrano avere origine nella letteratura dei Tantra, alcuni dei testi più importanti di Hatha-yoga sono l’Hathayogapradipika, la Gheranda Samhita e lo Siva Samhita.
Nell’epoca moderna importanti maestri yoga sono stati Swami Vivekananda, Yogananda Paramahansa, Sri Aurobindo, Ramana Maharshi, Swami Sivananda.
Oggi con il termine Yoga si indica un vastissimo insieme di concezioni e di pratiche benché abbia le sue radici nella tradizione indiana in quanto nel tempo ha superato i confini geografici e culturali dell’India ed integrandosi con filosofie diverse.
Lo Yoga è diventato la disciplina delle flessioni, dell'allungamento e delle torsioni oggi nelle palestre e nei centri olistici di tutto il mondo come se il bisogno degli antichi yogi di rafforzare e purificare il loro corpo si traducesse nell'odierna epoca.
Il pioniere dello Yoga moderno fu Sri Tirumalai Krishnamacharya, egli nacque il 18 novembre del 1888 in India del Sud da una famiglia di grandi insegnanti di Yoga. All’età di 12 anni T.Krishnamacharya studiò grammatica sanscrita, filosofia Vedanta e Tarka (Logica) con il grande Maestro Sri Krishna Bhramatantra Swami, guru religioso del Maharaja di Mysore. Da questi studi Krishnamacharya continuò poi con vari maestri per apprendere il più possibile sia nel campo del Sanscrito che delle correnti filosofiche indiane e dell’Ayurveda. Nel 1906 Krishnamacharya andò a Benares per approfondire la lingua sanscrita e altre materie. Sostenne l’esame nelle tecniche Yoga presso la Patna University per approfondire gli studi e i suoi esaminatori gli consigliarono di andare oltre il Nepal, dove presso il maestro Rama Mohan Brahmachari esisteva un libro chiamato Yoga Kurantam che riportava informazioni pratiche sullo Yoga e sulla salute dal quale avrebbe potuto apprendere veramente il completo significato degli Yoga Sutra di Patanjali. Dopo un lungo viaggio in Tibet verso il 1916 Krishnamacharya arrivò in una località sperduta chiamata Mansarovar e qui incontrò Sri Rama Mohana Brahmachari. Per quasi sette anni Krishnamacharya rimase con il maestro ed ebbe modo di apprendere tutte le tecniche di Hatha-Yoga e Pranayama così come sono descritte nel testo Yoga Korunta che Krishnamacharya imparò a memoria.
Una volta lasciato il suo guru nel 1922 egli iniziò a cercare il manoscritto Yoga Korunta, attribuito al saggio Vamana Rishi, e dopo grandi sforzi, finalmente ne trovò una copia nella biblioteca dell’Università di Calcutta. Sfortunatamente però, dopo averlo trovato, il manoscritto si danneggiò notevolmente e andò perso.
Krishnamacharya ritornò a Benares per continuare i suoi studi diventando grande esperto di Yoga e una vera autorità nelle scritture. La svolta per Krishnamacharya avviene nel 1924-25 quando incontra il Maharaja di Mysore che si era avvicinato allo yoga per il suo cattivo stato di salute e diventa il suo maestro di Yoga.
L'opera di divulgazione di Krishnamacharya ebbe inizio agli inizi degli anni '30, quando con il sostegno economico del Maharaja di Mysore fonda una Scuola di Yoga e iniziò a tenere le sue lezioni nella palestra del Sanskrit College. L'obiettivo era quello di iniziare allo Yoga il maggior numero di studenti possibile.
Come molti seguaci dello Yoga di oggi, anche i discepoli di Krishnamacharya, quasi tutti dotati di un fisico forte e sano, atleti e uomini, erano più interessati a migliorare la loro forza e la loro forma che alla dimensione spirituale della pratica. Krishnamacharya creò così delle sequenze che si concentravano sull'atletismo, integrando il potere della respirazione e l'elemento della meditazione ad un flusso dinamico di posizioni chiamate vinyasa e questo con l'aiuto di tutti i principi e le discipline che aveva a disposizione. Per alimentare la concentrazione e stimolare l'interesse dei suoi discepoli mise a punto sequenze sempre più complesse che permettevano ai discepoli di passare ad un livello superiore una volta acquisita la completa padronanza del precedente.
Una volta sviluppate e perfezionate queste sequenze Krishnamacharya cominciò a presentarle al pubblico. Con i suoi discepoli, dava dimostrazioni delle asana catturando l'attenzione degli spettatori di tutta l'India.
Nel 2014 lo yoga è stato riconosciuto come “ il più grande dono dell’India al mondo” ed è stata istituita la giornata internazionale dello yoga che si festeggia in concomitanza con il solstizio d’estate cioè il 21 giugno.
Corradina Triberio