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Nuove regole Ue per il vino: cambia la classificazione dei prodotti a bassa gradazione e arrivano fondi anche per l’estirpo

L’accordo politico tra Parlamento e Consiglio europeo ridisegna norme, risorse e opportunità per il settore vitivinicolo: dall’etichettatura dei dealcolati alla promozione, fino all’enoturismo e alla gestione delle autorizzazioni.

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Il recente accordo raggiunto in sede di trilogo tra Parlamento europeo e Consiglio segna un cambio di passo per il comparto vitivinicolo europeo. Il testo, che dovrà ora ottenere l’approvazione formale di entrambi gli organismi, introduce nuove definizioni per i vini a bassa gradazione, rivede le regole sui fondi Ocm e offre maggiore flessibilità a produttori e consorzi. Una riforma che tocca temi sensibili come dealcolazione, estirpazioni, promozione e sviluppo dell’enoturismo.

Nuove terminologie per i vini a gradazione ridotta

L’accordo introduce maggiore chiarezza per i prodotti “no-low alcohol”. La dicitura “alcohol-free” potrà essere impiegata unicamente per vini con grado non superiore allo 0,05% vol., accompagnata dall’indicazione “0.0%”.
Per le versioni parzialmente dealcolate, invece, la definizione ammessa sarà “alcohol reduced”, applicabile ai vini con almeno lo 0,5% vol. e una riduzione del tenore alcolico minima del 30% rispetto al prodotto originario. Viene escluso dunque l’uso di “low alcohol”.
Una scelta che, se da un lato garantisce armonizzazione, dall’altro suscita dubbi tra le associazioni di categoria, che temono una scarsa rispondenza alle aspettative dei consumatori.

Estirpazioni, distillazione e gestione delle autorizzazioni

Per la prima volta sarà possibile impiegare i fondi dell’Ocm vino anche per l’estirpazione permanente dei vigneti. La misura arriva dopo anni di discussione e viene letta come strumento per riequilibrare il mercato.
Per distillazione e vendemmia verde, il tetto massimo dei finanziamenti resta fissato al 25% delle risorse nazionali disponibili.
In caso di eventi climatici estremi o fitopatie, i viticoltori potranno beneficiare di un anno aggiuntivo per impiantare o reimpiantare le superfici danneggiate. Contestualmente, vengono introdotte norme più elastiche sulle autorizzazioni, facilitando la pianificazione aziendale e riducendo i vincoli temporali.

Promozione internazionale ed enoturismo

La quota di finanziamento comunitario dedicato alla promozione sale dal 50% al 60%, con la possibilità per gli Stati membri di aggiungere fondi nazionali. La durata dei progetti nei mercati esteri viene estesa fino a nove anni complessivi, garantendo maggiore continuità e stabilità alle attività promozionali.
Sul fronte del turismo del vino, l’Ue riconosce un sostegno specifico alle iniziative promosse dai Consorzi e dalle organizzazioni dei produttori Dop e Igp. Una scelta accolta con entusiasmo, considerando l’importanza di questo segmento per l’economia locale e per il rapporto diretto con i consumatori.

Etichettatura digitale e semplificazioni

Il nuovo quadro normativo prevede l’introduzione di un simbolo europeo unico per identificare i QR code delle etichette digitali. L’obiettivo è garantire trasparenza, uniformità e facile accesso alle informazioni da parte dei consumatori.
Le federazioni del settore accolgono favorevolmente la misura, ritenendola un passo avanti verso una normativa più moderna e chiara.

Le reazioni del settore

Pur giudicando la riforma complessivamente equilibrata, molte organizzazioni italiane ribadiscono la necessità di una strategia nazionale di lungo periodo che affronti le difficoltà strutturali del comparto.
Altri operatori sottolineano l’importanza che le nuove misure non siano solo temporanee, soprattutto alla luce delle ipotesi di revisione della Pac post 2027, che potrebbero impattare profondamente gli strumenti a disposizione del settore vitivinicolo europeo.